COSENZA Magari bisognava aspettarselo che questo esito proprio nel giorno di Santa Lucia fosse un velato riferimento ai suoi occhi posati nel piatto, come da iconografia classica, quasi a dire che sarebbe meglio non vedere. Oppure, parafrasando stavolta San Tommaso potremmo dire: «Se non vedo non credo», e se si parla della direzione del Pd cosentino la definizione calza a pennello. Ecco un alfabeto minimo – in aggiornamento – per (cercare di) muoversi nel caos labirintico dei dem bruzi.
Audizioni
No, niente talent: è la parolina magica che introduce i messaggi con cui si comunicano le decisioni romane sulle cose locali. Stavolta a essere stati auditi dai vertici dem sono stati i due “consoli” che hanno per le mani la patata bollente cosentina. Vai alla lettera B.
Baruffe
Davide Baruffi, e l’assonante Igor Taruffi, sono rispettivamente i responsabili Enti locali e Organizzazione del partito. In queste ore sono i terminali dei dubbi dei democratici cosentini che hanno avuto notizia dello slittamento (il secondo in 20 giorni, vai alla lettera S) della direzione prevista per le 18 di ieri, 13 novembre, nella sede della Cgil bruzia.
Caminetto
È il luogo evocato da Sfida Riformista nelle ore della prima sconvocazione (vai di nuovo alla lettera S) per raccontare le decisioni prese al chiuso di una stanza, o calate dall’alto a seconda che vogliate usare un’altra perifrasi.
Dissidenti
Dopo il “dimissionamento” di Maria Pia Funaro (vai alla lettera F) il gruppetto di consiglieri dem Graziadio-Tinto-Trecroci ha preso le distanze dalla linea del partito con un comunicato critico sulla gestione della vicenda. Forse non c’entra molto con la situazione attuale ma forse anche sì, un po’.
Elezioni
Le vicende del Pd cosentino si intersecano con le elezioni provinciali, della serie: trasformare una questione da anni marginale in pietra angolare del maggiore partito di centrosinistra al governo del capoluogo.
Funaro, Maria Pia
Poco più di due mesi fa scoppia il bubbone a Palazzo dei Bruzi. Da allora il tempo è passato tra alti e bassi (bilancio approvato, crisi Amaco, bocciatura Capitale italiana della cultura); sul caso, qui le ragioni del sindaco, qui quelle di Funaro. Che sul caos in parte annunciato dalla sua vicenda, oggi dice: «Il partito alle nostre latitudini si conferma gattopardesco, all’insegna del panta rei, del “lasciamo scorrere tutto fin quando non si calmano le acque”… Il Pd cosentino però sta perdendo il contatto con la realtà, con la società e con i problemi della gente. Questo lo dico con molta amarezza».
Giovani democratici
Un “caos calmo” dentro al quale tengono invece un basso profilo i giovani dem, seguendo anche loro la strategia che nella comunicazione privilegia i temi macro (critiche ai governi nazionale e regionale) mentre non prende posizione sui guai in famiglia.
Hotel
Il Royal resta uno dei luoghi della politica – spesso scelto proprio dal Pd per i suoi incontri pubblici – anche nei tempi della smaterializzazione del dibattito e delle sezioni che non esistono più (per entrambe le cose ci sono i social). La location Camera del lavoro per adesso non ha portato benissimo.
Iacucci, Franco
Uno dei protagonisti-ombra, ma neanche tanto, della vicenda, assieme al collega Mimmo Bevacqua. Il consigliere regionale, già sindaco di Aiello Calabro oltre che presidente della Provincia ed eurodeputato mancato, meno di un mese fa ha vinto la sua personale battaglia sull’elezione a Palazzo Campanella. C’è chi dice che anche quella in atto nel partito non sia così indolore. Si spera meno lunga, almeno.
Locanto, Maria
La presidente del Pd cosentino si rifugia nelle questioni nazionali per dimenticare le faccende locali. Ma in un recente incontro al ridotto del Rendano si è vista confabulare con Iacucci (lettera precedente) e il consigliere regionale Nicola Irto (vai alla N). Difficile che non parlassero delle dinamiche cosentine, in quel caso.
Mazzuca, Giuseppe
Dopo lo strappo di Pecoraro (vai alla lettera P) seguito dal vice Matteo Lettieri, il presidente del Consiglio comunale di Cosenza ha messo subito le cose in chiaro rassegnando le dimissioni irrevocabili da componente della segreteria provinciale proprio alla vigilia della direzione prevista a fine novembre e poi rinviata a data da destinarsi. Una prima volta…
Nicola
No, non Adamo. Il senatore e segretario regionale Irto, sulla situazione della federazione cosentina si è rifugiato nel politichese («Si troverà una sintesi all’interno») e ha ribadito il suo “no” a eventuali commissariamenti. Più che altro è sembrato un auspicio.
Pecoraro, Vittorio
Il suo lungo sfogo con cui il 17 novembre ha annunciato di volersi auto-sospendere dalla carica di segretario provinciale ha aperto – o forse ufficializzato – la crisi. «Senza unità mi rifiuto di andare avanti, troppi personalismi e conflitti d’interesse». Dopo aver lamentato «vecchi vizi» ed «egoismo» ha chiesto «un intervento a livello nazionale e regionale per garantire una moratoria che ci permetta di affrontare le imminenti elezioni provinciali, amministrative ed europee in termini unitari, oltre a ricomporre un perimetro di coesione degli organismi provinciali». Stiamo ancora aspettando.
Sconvocazione
Parola dal vago sapore di Prima Repubblica che racconta il (finora) doppio rinvio della direzione (torna alla lettera B). Se non siete nostalgici va bene anche Slittamento, che forse restituisce meglio il senso di uno smottamento inesorabile.
Tursi, Antonio
Il leader di Controcorrente, già sfidante di Pecoraro nel 2022, è tornato allo scoperto nelle ore del caos dem: «Il Pd cosentino come la casa del Marchese del Grillo. Se Pecoraro continuerà ad essere segretario del Pd di Cosenza non lo farà in mio nome».
Ztl
Lontani i tempi in cui i consiglieri comunali Pd rivendicavano la battaglia vinta contro il sindaco Occhiuto sui varchi (si era a inizio 2018), adesso che la vicenda degli accessi non è più in agenda politica il rischio è che queste tre lettere vengano brandite anche a livello locale per descrivere una sinistra salottiera e ombelicale. (e.furia@corrierecal.it)
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