CATANZARO Sul “fine vita” in Italia è caos. In attesa di una legge vera e propria, si continua a viaggiare senza una linea comune e ogni regione segue la sua idea. Alcune di queste come Friuli Venezia Giulia e Veneto – scrive La Stampa – hanno avviato l’iter per fare una legge da sé, mentre in altre regioni che pure l’hanno dichiarata ammissibile, come Calabria, Piemonte, Marche e Sardegna, la destra ha chiaramente detto che non se ne parla. Entrando nello specifico dei casi, in Veneto ci si appresta a discutere una legge regionale di iniziativa popolare presentata come sempre dall’associazione Luca Coscioni. Lo stesso governatore Zaia non ha posto limiti in tal senso: «Sulle scelte di fine vita non possono esserci paletti politici». In Calabria, scrive sempre La Stampa, la proposta di legge del Pd del giugno 2022, è ferma nella commissione competente.
Ciò che è certo, per ora, è che si va avanti con le lentissime procedure amministrative che richiedono diversi mesi per ottenere dalle commissioni mediche delle Asl e dei loro comitati etici l’assenso al suicidio assistito «in ottemperanza alla sentenza della Consulta del 2019 sul caso Cappato».
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