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l’intervista

Il sindaco Puccio e le minacce di morte: «Mai mostrarsi deboli con certi personaggi»

Così il primo cittadino di Botricello a Telesuonano sull’intimidazione subita dal «terminale economico della cosca Grande Aracri di Cutro»

Pubblicato il: 14/12/2023 – 7:00
Il sindaco Puccio e le minacce di morte: «Mai mostrarsi deboli con certi personaggi»

LAMEZIA TERME “Digli al tuo sindaco che è una cosa fetusa. Io non ho niente da perdere, lo ammazzo, lo sparo”. È questa una delle minacce subite nei giorni scorsi dal sindaco di Botricello, nel Catanzarese, Simone Puccio, ospite questa settimana di Telesuonano, il programma in onda ogni mercoledì su L’altro Corriere Tv (canale 75) condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro. La frase, rivolta al responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune, Salvatore Aiello, sarebbe stata pronunciata da Pasquale Barberio, per il quale la Dda di Catanzaro ha chiesto la condanna a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa perché ritenuto dagli inquirenti il «terminale economico della cosca Grande Aracri di Cutro».
Un episodio che ha portato la prefettura di Catanzaro a disporre la misura della sorveglianza speciale dinamica nei confronti di Puccio.
«Le minacce – ha esordito il primo cittadino – sono state due, due episodi in particolare, anche se questo signore si è recato in comune più volte. La vicenda risale al 1980, anno in cui sono iniziati i lavori per realizzare uno dei villaggi più grandi della costa Ionica che è la “Costa del Turchese”, un villaggio che ha quasi 5 mila posti letto. Un paese nel paese, con un grande ritorno per la nostra comunità. Da allora sono iniziate una serie di questioni che riguardavano le opere di urbanizzazione primarie e secondarie a poco più di 20 mila metri quadri di terreno, oggetto, negli anni, di una causa, fino a quando nel 2021, in maniera definitiva, il Consiglio di Stato ha stabilito che queste aree sono di proprietà del Comune». Nel giugno 2022 Simone Puccio viene eletto sindaco di Botricello e con la sua giunta avvia tutte le attività di attuazione della sentenza del 2021. «Iniziamo gli atti – ha ricordato – per poter riprendere questi oltre 20 mila metri quadri di terreno che dovevano essere restituiti all’Ente e lì nascono i primi problemi. Nell’andare a studiare le carte abbiamo notato che un’area in particolare di 5.800 metri in cui erano stati edificati anche dei bungalow, un anfiteatro e strutture sportive, quindi un’area importante da un punto di vista economico, era stata distratta negli anni attraverso un atto notarile che passava la proprietà dell’area da una società, costruttrice del villaggio, a un’altra sempre riconducibile a questo signore. In più sopra quest’area era stata piazzata un’ipoteca anche importante di oltre 270 mila euro. Una situazione ovviamente molto grave perché andava a determinare un collasso di quella che era la nostra attività».

«Questo signore viene definito la punta di diamante della cosca Grande Aracri di Cutro»

La sentenza motiva il Comune a riprendere possesso di queste aree e a utilizzarle per la collettività. «Iniziamo l’iter e nel mese di luglio – ha spiegato il sindaco di Botricello – questo signore si presenta per la prima volta nei nostri uffici. In realtà c’era già stato altre volte, ma giusto per capire quali fossero i nostri movimenti. Quel giorno non trovandomi, è andato dal responsabile dell’ufficio tecnico riferendogli quella frase. Sinceramente abbiamo pensato più all’esasperazione di una persona, quindi non gli abbiamo molto peso, eravamo convinti che si trattasse di un episodio isolato». Invece un mese e mezzo dopo, il 5 settembre, l’uomo è tornato in Comune. «Io – ha detto Puccio – quella mattina ero in Regione per impegni istituzionali. Il signore è tornato di nuovo davanti al responsabile dell’ufficio tecnico allargando anche a lui le minacce con queste parole: “ad entrambi vi sparo, vi ammazzo perché non è così che dovete andare avanti”, eccetera eccetera. Questo signore viene definito la punta di diamante della cosca Grande Aracri di Cutro e sarebbe stato lui negli anni ‘80 a realizzare una serie di investimenti turistici su tutta la fascia ionica sia del Crotonese che del Catanzarese. In pratica sarebbe un po’ quello che gestiva i soldi per conto della cosca».

Il sindaco Simone Puccio intervistato da Danilo Monteleone e Ugo Floro

Da giornalista a sindaco

Simone Puccio, prima di dedicarsi alla politica, per anni ha svolto il mestiere di giornalista (non esclude che in futuro possa tornare a farlo), raccontando episodi inquietanti come quello che gli è capitato di recente. Ma qual è stata la sua prima sensazione nel momento in cui è diventato il protagonista di una delle storie che ha raccontato in passato? «Io – ha rivelato Puccio – mi sono reso conto della reale portata di quello che stava accadendo soltanto davanti ai titoli dei giornali. Lo so che può sembrare strano, a maggior ragione per un giornalista che come me si è occupato proprio di cronaca, però, il 5 settembre, quando si è verificata la seconda minaccia e abbiamo presentato querela, noi abbiamo superato subito la cosa, anche perché poi l’azione amministrativa porta a lavorare ogni giorno di continuo. Quando invece abbiamo letto i titoli dei giornali, ci siamo resi conto che la situazione era un po’ più seria di quella che avevamo immaginato».

«Se ti vedono debole e insicuro, si insinuano più facilmente»

Nella percezione dell’opinione pubblica, l’azione amministrativa portata avanti dal sindaco di Botricello, aveva fatto intendere immediatamente che qualcosa sarebbe cambiato rispetto al passato. «Sin dal primo giorno – ha confermato Puccio – abbiamo impostato un’amministrazione che fosse il più possibile aperta e trasparente. Abbiamo cambiato gli orari del Comune, non esistono più gli orari di chiusura e di apertura, abbiamo organizzato molte iniziative sulla legalità, ospitando il procuratore Gratteri insieme al professor Nicaso e tutta una serie di personaggi che potessero fare luce su quella sorta di terra di mezzo, che racconta proprio questo spaccato tra le due province. Noi siamo l’ultimo comune reale della provincia di Catanzaro e subiamo molto l’influenza del crotonese, tant’è che fino ad ora tutte le indagini, come ad esempio “Borderland”, evidenziano che Botricello non ha una sua cosca. Botricello è un paese molto aperto, molto libero, molto tranquillo. Subiamo però quest’influenza che ci arriva dal crotonese. Allora, dinanzi a un personaggio come questo era necessario dare un segnale. Noi dovevamo far capire in maniera chiara che non c’erano margini di mediazione e che l’azione sarebbe stata immediata. Il punto non era riprendersi semplicemente un terreno, ma riprenderlo rispetto a tutta una serie di problematiche che abbiamo riscontrato. Siamo stati caparbi, abbiamo avuto la fortuna di avere un ottimo ufficio tecnico e un bravissimo avvocato che ci segue quotidianamente. Se non avessimo avuto tutto questo, probabilmente ci saremmo intossicati. Io ho un’idea, credo che dinanzi a questi temi se applichi con forza quello che tu vuoi fare e non fai capire che ci sono tentennamenti, togli la possibilità di reagire a questi personaggi. Se invece ti vedono debole, ti vedono insicuro, ti vedono incerto, allora il rischio è che possano insinuarsi in qualche modo. Se sono arrivati alle minacce è perché probabilmente avevano capito che non c’era un’altra strada». «Fare il sindaco oggi in Calabria – ha continuato Puccio – è molto complesso, perché resti spesso da solo con i tuoi problemi. Devi cercare insieme alla squadra di amministratori e a chi ti segue come apparato amministrativo, di dare così tante risposte che molte volte rischi di essere affogato dai temi che ci sono. Però se li affronti con piglio, con decisione, allora puoi farcela. Io non ho una grandissima esperienza, è la prima volta che faccio il sindaco, sì, ho fatto il consigliere comunale e per un brevissimo periodo il vice sindaco, però fare il sindaco è un’altra cosa, è la fortuna che ho io è di poter contare su una squadra nuova e non condizionabile».

La vicinanza di Pino Masciari e della politica regionale

Il testimone di giustizia Pino Masciari ha sostenuto con forza la battaglia del sindaco di Botricello, sostenendo che in questi frangenti bisogna scendere tutti a sostegno di un’amministrazione, di un contesto sofferente senza ambiguità. Ha palesato l’idea che, probabilmente, non ci sia stata una grande compattezza intorno a Simone Puccio. «Io devo ringraziare Pino – ha detto il sindaco –tra l’altro non lo conosco personalmente se non per attività precedenti da giornalista. Lo ringrazio perché ha avuto delle parole straordinarie. Posso dire che ci sono stati anche degli interventi istituzionali e sua Eccellenza il prefetto di Catanzaro è stato di una disponibilità unica. Il presidente Occhiuto ha avuto un garbo incredibile e ha voluto evitare il comunicato stampa proprio perché il suo obiettivo è che ci sia un segnale differente rispetto al solito. Non posso anticipare molto perché proprio ieri ho avuto un incontro con lui e devo dire che mi ha veramente dato risposte concrete, così come ha fatto il presidente del Consiglio regionale. Il primo segnale che io ho percepito è stata la vicinanza dell’arma dei carabinieri. Forse noi amministratori dovremmo diventare più bravi a stare insieme». E la popolazione di Botricello come ha risposto? «La popolazione – ha svelato il sindaco – è stata poco social e molto personale. Tanta gente è venuta direttamente a casa mia, in Comune, qualcuno mi ha fatto la battuta dicendomi “la scorta te la facciamo noi”, e tutto ciò è stato molto bello, mi ha incoraggiato ed entusiasmato. I cittadini, devo essere sincero, sono stati straordinari».

La cultura della legalità

Il primo cittadino si è soffermato molto sul tema della cosiddetta “cultura della legalità”. «Può sembrare un termine abusato – ha detto –, forse utilizzato in maniera esagerata, però secondo me è quello che può fare la differenza. Noi in un anno e mezzo abbiamo fatto forse una decina di iniziative sulla legalità, non è un caso e siamo stati anche criticati per questo da parte di chi forse mal digerisce questo tipo di eventi. Perché al ragazzo che sta a scuola, se non lo fai crescere con un tipo di mentalità, hai difficoltà poi a fargli capire che tipo di posizioni deve assumere. La ‘ndrangheta la batti anche attraverso questi messaggi chiari: quel bene (il villaggio, ndr) deve tornare all’utilizzo pubblico. Io la più grande soddisfazione l’avrò quando vedrò quelle aree aperte al pubblico definitivamente. Proprio nei giorni in cui è scoppiata questa vicenda, abbiamo voluto dare un segnale importante, siamo intervenuti con i vigili urbani, con l’ufficio tecnico, con i nostri operai e abbiamo forzato i cancelli, tranciato le catene, perché le aree erano state addirittura recintate e rese inaccessibili. Quelle aree devono essere libere. Non è una minaccia che ci ferma, anzi per assurdo saremo ancora più caparbi».

La Statale 106

Botricello, va ricordato, è un territorio che si trova lungo la dorsale ionica verso Crotone, la famigerata Ss 106. Ancora oggi risulta difficile attraversare il territorio e gli stessi cittadini pagano un prezzo molto alto. Da questo punto di vista cosa bolle in pentola? «La Statale 106 – ha affermato il primo cittadino – è stata per Botricello un punto di forza, perché mentre molte altre realtà l’hanno subita un po’, la nostra comunità invece si è edificata letteralmente sulla Statale 106. Non a caso, Botricello veniva definito fino a poco tempo fa il centro commerciale all’aperto più lungo d’Italia, era un po’ una battuta proprio per spiegare come noi siamo nati su quella statale. Ancora oggi noi svolgiamo iniziative nel periodo di Natale con le attività commerciali aperte lungo la statale 106 che diventa un luogo di gioia e non solo di dolore e tristezza. La nuova statale 106, secondo le notizie che ci ha fornito il ministro Salvini pochi giorni fa a Reggio Calabria, pare stia diventando ormai una realtà rispetto al tratto Simeri-Crotone, e lì però dobbiamo giocarci una partita che è quella di non affondare un percorso economico che è stato realizzato. Ecco perché proprio in questi giorni stiamo continuando una trattativa col Ministero delle Infrastrutture e con Anas perché il posizionamento della Statale, più o meno lontana dal centro abitato di Botricello, penalizza a livello economico e di sviluppo. Poi però questa vicenda deve anche diventare una nostra scommessa, dovremo essere capaci di attirare chi viaggia sulla statale 106, chi passa sull’eventuale nuova statale 106, grazie alle nostre potenzialità, ai nostri prodotti da forno, i nostri bar che hanno pochi rivali, i nostri artigiani che sono bravissimi. Noi dobbiamo essere attraenti rispetto al percorso turistico. Abbiamo delle strutture turistiche di eccellenza, dai B&B ai grandi villaggi. Sono partiti da poco i lavori per riaprire uno storico villaggio che è chiuso ormai da un ventennio, lo storico “Carioca”. Era il villaggio frequentato all’epoca dai giocatori del Milan, da Mediaset, e ospiterà anche le persone con disabilità. Il nostro è un territorio ancora poco conosciuto ma che ha potenzialità enormi, e noi dobbiamo lavorare su questo aspetto della promozione senza perdere di vista le nostre bellezze naturali. La spiaggia di Botricello, con le sue caratteristiche, la sabbia fine, bianca, credo che sia unica. Già spostandosi di pochi chilometri è tutto completamente diverso».

La ferrovia ionica

Dalla Statale 106 alla ferrovia ionica, altra questione rilevante per quel territorio. «Io – ha ammesso Puccio – sono più preoccupato della rete ferroviaria che di quella viaria, e c’è un motivo particolare. Interloquisco spesso con Rfi, sono stato a Reggio, ho incontrato il loro referente per il Sud Italia e mi sono accorto che è una macchina elefantiaca e poco concreta. Faccio un esempio pratico: noi abbiamo una stazione ferroviaria che è al centro di alcuni lavori da parte di Rfi, sono tre progetti diversi che però si sono succeduti l’uno dietro l’altro e sono in corso ormai da anni. Se noi veramente pensiamo che sia il turismo il vero punto di forza di questa regione, perché anziché investirci e quindi creare occasioni di collegamento tutto si blocca? Penso all’elettrificazione, un tema molto delicato. Noi abbiamo visto alzare i pali nel giro di poco tempo e poi è sparito tutto. C’è un rallentamento incredibile delle prospettive di sviluppo e questo non può accadere. Possiamo finire con gli annunci e iniziare a fare qualcosa di concreto? A Botricello un lavoro di manutenzione che poteva essere finito in un mese, dura forse da 7-8 anni».

Pnrr e burocrazia

Puccio ha parlato anche delle eventuali opportunità per il suo Comune legate al Pnrr. «Il Pnrr – ha chiarito – è una possibilità straordinaria che però ancora non ha espresso tutta la sua potenzialità e che soprattutto ha delle grandi problematiche. Faccio degli esempi molto semplici che però forse possono rendere l’idea. I comuni ricevono dei finanziamenti fissi, oltre a quelli che sono i bandi a cui partecipano annualmente con fondi Pnrr. Sono piccoli importi che però permettono di fare opere immediate. Ebbene, al di là della letterina di comunicazione di quei fondi, i fondi stessi vengono elargiti dopo mesi se non anni dalla fine dei lavori e questa cosa inizia a diventare un grande handicap per le imprese. Nel momento in cui un’impresa ti realizza un’opera di 50-60 70 mila euro e tu non sei in grado di pagarla perché i fondi non sono arrivati, tu rischi di paralizzarla. È il meccanismo delle anticipazioni che alla lunga diventa insostenibile per le casse. Insostenibile per il comune. Le imprese in questo modo chiudono. Il Pnrr è motore di sviluppo, non può diventare motore invece in retromarcia. Per non parlare della burocrazia a dir poco insostenibile, un dramma assurdo per gli Enti locali».

Il giudizio sulla giunta regionale

Ma che valutazione dà il giornalista e sindaco Puccio del governo regionale? «Racconto un episodio – ha detto il primo cittadino di Botricello – che forse può far comprendere meglio il mio ragionamento. Pochissimi giorni fa, circa dieci giorni fa, ero in regione come capita spesso agli amministratori, per seguire alcune pratiche insieme ad altri due sindaci. A uno di loro è venuta una di fare una battuta che sembrava veramente fuori luogo: “Andiamo a salutare il presidente Occhiuto”. Io avendo seguito tre legislature da giornalista, ho guardato questo sindaco amico e gli ho detto: “guarda, impossibile, non abbiamo appuntamento, ci manderanno via dopo tre secondi”. Bene, siamo saliti al decimo piano, c’era la guardia giurata all’ingresso e abbiamo chiesto semplicemente di poter incontrare il presidente Occhiuto. Questo ci ha guardato un po’ così, ci ha chiesto se avessimo un appuntamento. Abbiamo risposto di no. Mezz’ora dopo il presidente Occhiuto ci ha ricevuto per una semplicissima chiacchierata su quelle che erano le problematiche che avevamo come comuni. Questo mi dà l’idea di un presidente che, nonostante le mille difficoltà che si trova ad affrontare ogni giorno, ha capito che il territorio va valorizzato». (redazione@corrierecal.it)

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