COSENZA «La Calabria non è solo ‘ndrangheta. Ci sono tante eccellenze che hanno reso grande questa regione. Vengo dalla Brianza e ci sono tanti professionisti calabresi bravi che non possono vivere in Calabria perché non hanno la speranza di credere in un futuro migliore o perché non c’è meritocrazia. E perché, a volte, alcuni posti pubblici sono gestiti secondo dinamiche particolari, magari dalla criminalità organizzata». Lo ha detto Andrea Crippa, vicesegretario nazionale della Lega per Salvini premier, a Cosenza per partecipare ad un convegno sul tema “‘Ndrangheta al Nord e al Sud: unica strategia di lotta”, organizzato dalla deputata leghista Simona Loizzo. Nel corso dell’iniziativa si è discusso di comprensione e contrasto dei fenomeni riconducibili all’attività ‘ndranghetistica alla presenza anche di alcune scolaresche di istituti dell’hinterland cosentino. Tra i relatori, i procuratori della Repubblica di Reggio Calabria e di Cosenza, Giovanni Bombardieri e Mario Spagnuolo, profondi conoscitori del fenomeno. A moderare c’era il giornalista Paride Leporace.
«Abbiamo una legislazione antimafia che ci invidia tutto il mondo – ha detto il procuratore Bombardieri – istituti che ci consentono di contrastare la ‘ndrangheta. L’importante è non abbassare la guardia. La pervasività e le infiltrazioni che la ‘ndrangheta ha nell’economia e nella cosa pubblica testimoniano che c’è bisogno di tenere estremamente alta l’attenzione». Importanti e significative le testimonianze raccontate ai ragazzi presenti in sala dall’imprenditore Giovanni Notarianni che, con le sue denunce, ha permesso di smantellare i clan che opprimevano la zona del crotonese da vent’anni e della consigliera comunale di Brescello, Catia Silva che, nonostante le minacce ricevute, ha denunciato pubblicamente l’infiltrazione del clan Grande Aracri, portando allo scioglimento per mafia del comune emiliano. (Ansa)
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