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SETTE GIORNI DI CALABRESI PENSIERI

Questione Ponte e infrastrutture. Costi, benefici, decisioni

Dal blitz sui fondi per l’opera all’Alta velocità. Dal “caro” Natale dei calabresi alla proposta: «Unical candidata a Capitale della Cultura». I voti della settimana

Pubblicato il: 16/12/2023 – 6:54
di Paride Leporace
Questione Ponte e infrastrutture. Costi, benefici, decisioni

Questione Ponte e infrastrutture. Costi, benefici, decisioni. Questione complessa. Ricordate la celebre rubrica della Settimana enigmistica “La pista cifrata” in cui dovevi unire i vari puntini per ottenere il disegno completo? Usiamo quel metodo per comprendere qualcosa.
Un emendamento alla Legge di Bilancio fa scoprire che un miliardo e 600 milioni per realizzare il Ponte vanno presi dai Fondi europei di Sicilia e Calabria. Fino a quel momento il dibattito pubblico non sapeva nulla. Scoppia il caso. Il governatore della Sicilia, Renato Schifani, nell’immediatezza afferma: «Decisione governativa non decisiva, mai condivisa dalla regione Sicilia». Il caso monta. Le opposizioni strepitano. Il governatore Occhiuto sceglie il silenzio stampa.
Tra giovedì e ieri, a margine della sua partecipazione ad Atreju, svela gli arcani a partire da un’intervista al Corriere della Sera. Otto mesi fa, lui e Schifani hanno concordato di partecipare alla spesa del Ponte. La Sicilia paga di più, avrà più opere collaterali, e si è esposta per un miliardo. La Calabria ha offerto 300 milioni.
Perché non si è detto a nessuno? Nessuno lo ha spiegato. Ne prendiamo atto.
Dalla Sicilia fa eco ieri mattina la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, la messinese Matilde Siracusano che svela «La compartecipazione delle Regioni era già stata concordata con il ministro. C’è un equivoco sui 300 milioni in più chiesti alla Sicilia, che potrà essere superato con l’accordo di coesione». Il cerino in mano è di Schifani che in rassegna stampa si trova titoloni sul conflitto istituzionale e sulle spaccature di governo ed quindi costretto a rovesciare la frittata e a dire la verità: «Avevamo previsto un miliardo, ma il gesto del governo può aprire un conflitto».
E la Calabria. Occhiuto nelle sue interviste spiega una partita di giro a favore della nostra regione. Cedere 300 milioni dai Fondi di coesione (a scapito di quali impegni?) in cambio di un miliardo per la definitiva sistemazione del tratto cosentino da terzo mondo dell’autostrada nel Savuto. In più un pacco di soldi per elettrificazione della ferrovia jonica e Alta velocità in Calabria. Sulla prima opera i fondi erano stati stanziati dalla giunta Oliverio e i lavori già iniziati con buona lena si sono persi per strada. Alta velocità in attesa di conoscere il tracciato definitivo, al momento una sorta di mistero di Fatima, un rebus comprendere lo stanziamento e i tempi di realizzazione. Mi rivolgo per ottenere lumi al professore Francesco Russo, docente di Ingegneria Civile dei trasporti e già assessore alle infrastrutture in Calabria, figura intellettualmente laica e autorità della materia. E il suo ragionamento è semplice: «Conosciamo il progetto definitivo del Ponte? Quello dell’Alta velocità? In Calabria il suo collegamento al Ponte sarà da Bagnara o da Palmi? Il nuovo progetto dell’elettrificazione Jonica? Quello dell’intervento autostradale ad Altilia-Grimaldi?». Se non ci sono i progetti definitivi non c’è nulla di certo. Siccome sono opere indispensabili per la Calabria bisognerebbe essere più puntuali nell’informazione e definirli questi progetti per poi sapere quanto costano e chi mette i soldi.
A latere. Occhiuto difende il Ponte come progetto di Silvio Berlusconi. Sommessamente ricordiamo che nel 1969 fu avviato un Concorso internazionale di idee che stanziò oltre 3 miliardi di studi preliminari. Poi fu costituita la Società Stretto di Messina, segue Bettino Craxi che nel 1985 annuncia “Il Ponte si farà”. Poi venne Berlusconi. E il Ponte ancora non c’è. Credo e spero di aver unito tutti i puntini della pista cifrata. Se qualcuno è saltato fatemi sapere.

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Mancano otto giorni a Natale. La festa con “i tuoi”. Quella del ritorno. Il presidente Occhiuto attraverso i social ha informato che è riuscito ad ottenere un nuovo volo speciale tra Reggio Calabria e Roma andata e ritorno nel periodo tra il 19 dicembre e il 13 gennaio. Benissimo. Molti posti disponibili ma non conosciamo il prezzo. Questione molto dolorosa. Un’inchiesta indipendente della Stampa ci informa che il biglietto di un viaggio in bus da Torino a Reggio Calabria sotto le festività costa il +324% rispetto al prezzo normalmente applicato (139,98 euro anziché 32,99); da Roma a Reggio Calabria il viaggio costa il 108% in più (103,89 invece di 49,98). Prendendo invece in esame i voli aerei secondo Federconsumatori il record del rincaro applicato durante le festività spetta sempre alla tratta Roma-Reggio Calabria: +129% per l’andata e +272% per il ritorno, rispettivamente 208 e 220 euro contro 90,87/59,15. Vabbè che si è costretti ad abbandonare la Calabria, ma almeno per le feste evitiamo questo taglieggiamento di Natale.

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Capitale italiana della Cultura 2026. Cosenza e Marcellinara escluse dal lotto delle dieci finaliste. Mi ero già espresso sulla vicenda in luglio quando le partecipanti erano 26 compresa Cleto defenestrata al primo esame. Ero stato facile profeta su Rimini e le Langhe che restano in pista con L’Aquila che vedo tra le favorite. Cosenza ha affidato solo a settembre il dossier ad una società di consulenza per un incarico di 30.000 euro. Nessun dossier è perfetto e vincente, certo, ma una candidatura di questo tipo deve sopire passioni collettive che non ci sono state. Come in occasione del precedente tentativo di Mario Occhiuto, gli oppositori politici (tranne eccezioni come in questo caso i parlamentari cosentini di centrodestra) si sono messi solo a gufare aspettando la bocciatura per dileggiare il sindaco Franz Caruso. Cosenza deriva da Consentia, il luogo del consenso, ovvero il patto dell’alleanza. Forse questo è il primo segno per ripartire su simili iniziative. Se nelle Calabrie è difficile avere candidature unitarie, è penalizzante che la città che si propone sia divisa al suo interno. Faccio notare che Maratea va avanti alleandosi con Moliterno ed è passata anche l’Unione dei comuni di Val di Chiana del Senese.
Ritorno sul ruolo dell’Università della Calabria. Ad Arcavacata vivono trentamila persone in larga parte giovani, molti stranieri, nel campus più grande d’Italia che studiano un Ateneo che svetta per ricerca scientifica di alta qualità. Qui sono gemmate esperienze culturali alternative che si sono istituzionalizzate dando forza all’Utopia. Mai nessuna Università si è candidata a supporto di una Capitale della Cultura. Un’adesione fu fatta per Diamante, nulla però di strutturato. Proporre l’Università della Calabria potrebbe essere una grande opportunità per la nostra regione? Pensiamoci e agiamo.

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Il consigliere comunale di Pavia, Niccolò Fraschini, per attaccare una collega sui social adopera l’espressione Calabria Saudita come dispregiativo.
Voto “zero” e sto.

Niccolò Fraschini
Niccolò Fraschini

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Dopo la propaganda social delle cosche scoperta su Tik Tok che è valsa al Corriere di Calabria l’elogio pubblico di Gratteri, ieri abbiamo scritto del rapper inglese Apache che furoreggia con il brano “’Ndujua ‘Ndrangheta” e che nei suoi apologhi su Instagram mette la bandiera istituzionale della Calabria. Chi di dovere lo inibisca ad usarla.

CALABRIA-GANG-RAPPER

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Domani 400 chili di dinamite abbatteranno Palazzo Mangeruca, ecomostro abusivo tra vigneti e mari, ex mobilificio di 6 piani, prima sequestrato e poi confiscato ad un prestanome delle cosche locali di Melissa. Molto si deve al senatore Fausto Orsomarso che al tempo della giunta Santelli ricevuta la segnalazione di un consigliere comunale di minoranza di Melissa e si attiva per reperire i fondi necessari a risanare la zona. L’iter amministrativo tra mille difficoltà riprende con la giunta Occhiuto, che su proposta di Orsomarso ancora assessore, il 15 maggio dell’anno scorso, ha stanziato i 700.000 euro necessari al salutare botto. A Torre Melissa sorgerà ora un’area camper per i turisti.
Una storia esemplare che merita un “dieci” a chi si è adoperato per questo buon lieto fine.

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