COSENZA «Ecco a cosa servono le piscine di Piazza Bilotti! A seguito dei lavori effettuati sulle travi della porzione di Piazza Bilotti posta sotto sequestro già da diversi anni, in questi giorni sono in corso le prove di carico. A questo servono le piscine che sono state istallate in questi giorni. Al termine degli accertamenti sarà chiesta la revoca del sequestro e la piazza sarà resa totalmente fruibile. Il nostro unico obiettivo è rendere sempre più bella e vivibile la città». E’ quanto sostiene in un post, il consigliere comunale di Cosenza Francesco Turco.
Il riferimento è alla piazza inaugurata il 17 dicembre 2016 e finita al centro di un processo, in corso dinanzi al Tribunale di Cosenza. Le indagini che avevano portato al provvedimento di sequestro preventivo di Piazza Bilotti. Alla base della decisione disposta dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro vi era l’ipotesi dei delitti di falso relativi agli atti della procedura di collaudo dei lavori di intervento di riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo- culturale della piazza. Le accuse investono pubblici amministratori, imprenditori, professionisti e pubblici dirigenti, indagati, a vario titolo, per falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, mancanza del certificato di collaudo, e con la previsione, per uno degli indagati – l’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri – dell’aggravante di avere commesso il fatto per agevolare le attività della cosca “Muto” di Cetraro. Secondo le indagini, eseguite dalla Guardia di finanza, sarebbero stati commessi svariati reati di falso finalizzati ai finanziamenti per lavori complementari e per il rilascio del certificato di collaudo. Contemplato anche il reato di rivelazione di segreto, posto in essere da un pubblico dipendente in relazione ad attività ispettive che dovevano essere avviate sul cantiere, e affidamento e frammentazione di incarichi sotto soglia, in modo da aggirare gli obblighi posti dalla normativa vigente in materia di appalti.
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