VIBO VALENTIA «Chi si illude che si possa tornare a come era prima sbaglia, le cose stanno cambiando». A dirlo è il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo, insignito dell’Operatore d’Oro, che premia le personalità che si sono distinte per l’impegno sociale durante l’anno. L’iniziativa, svoltasi dell’audiorium Morelli, è stata organizzata dall’Istituto Scolastico Morelli Colao, rappresentato dal preside Raffaele Suppa, in collaborazione con Libera e gli altri istituti vibonesi. Presenti alla cerimonia gli ufficiali delle forze dell’ordine, i presidi degli istituti vibonesi, il presidente della provincia Corrado L’Andolina e il volontario di Libera Raffaele Pileggi. Presente anche la sindaca Maria Limardo che in apertura dell’incontro ha voluto ricordare l’anniversario esatto dell’operazione Rinascita Scott e, in particolare, la marcia di Libera organizzata pochi giorni dopo. «Il 24 dicembre – ha detto la sindaco – Vibo ha dimostrato di sapersi schierare dalla parte giusta».
Nel ritirare il premio, il procuratore ha ricordato gli inizi del suo percorso a Vibo. «Sono arrivato nel 2014, ma oggi c’è un’altra consapevolezza rispetto a dieci anni fa. La malapianta non è stata del tutto eliminata, però è stata isolata. Si è capito da che parte bisogna stare». Il merito di questo lavoro viene condiviso con i collaboratori e le forze dell’ordine. «Abbiamo fatto decine di operazioni antimafia. Vibo era una delle città con il più alto tasso di crimini. Adesso ne contiamo molti meno, anche perché girano meno armi». Le operazioni, tuttavia, «non sono sufficienti. La speranza è quella di innescare qualcosa nella popolazione». Un premio che arriva a quattro anni esatti dall’operazione Rinascita, condotta il 19 dicembre 2019. «Il percorso di rinascita sta continuando – spiega Falvo – ed è in mano, per il futuro, soprattutto ai giovani che sono qui oggi. La ‘ndrangheta verrà sconfitta e verrà fatto non con le centinaia di arresti ma con il loro aiuto».
«La libertà – ha detto il preside Raffaele Suppa nell’introdurre la premiazione – è fondata sulla legalità. Molti ragazzi vanno via da qui perché non hanno più fiducia nelle istituzioni, il nostro compito è quello di restituirgliela». Il premio è stato consegnato da alcuni studenti e studentesse dei licei vibonesi. «Questo è un territorio bellissimo» ha aggiunto il procuratore Falvo. «L’auspicio è che almeno le generazioni future ne possano usufruire in modo libero. Oggi tutti i boss del vibonese si trovano in carcere, alcuni di loro condannati anche all’ergastolo». Ma il cambiamento non sta avvenendo solo grazie alle forze dell’ordine. «I collaboratori di giustizia mi raccontavano di un territorio dove non si muoveva foglia» spiega Falvo. «Ma oggi anche questo è cambiato. Le persone si affidano a noi, ci parlano dei loro problemi. C’è ancora tanto da fare, ma siamo nella direzione giusta». (redazione@corrierecal.it)
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