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Altri cambi di casacca in vista delle elezioni europee

Dopo Mattiani, un’azzurra sarebbe pronta a passare tra le file della Lega

Pubblicato il: 22/12/2023 – 12:19
Altri cambi di casacca in vista delle elezioni europee

CATANZARO L’”apripista” è stato Giuseppe Mattiani, mister 10mila voti e passa che potranno tornare utili per la “madre di tutte le battaglie” (elettorali), le Europee del 2024. Ma ancora non basta. Matteo Salvini e la Lega da settimane hanno aperto la caccia grossa, una campagna acquisti serrata e aggressiva che punta dritto anche in Calabria, diventata strategica nello scacchiere del Carroccio e della sua Opa lanciata su tutto il centrodestra. Un’Opa che passerebbe dagli impegni solenni e robusti che Salvini sta assumendo con la Calabria per quanto riguarda il Ponte sullo Stretto e altre infrastrutture e che vedrebbe impegnato in prima persona lo stesso Salvini e in seconda battuta i suoi “colonnelli” più impavidi e più convincenti come Claudio Durigon, il regista dell’operazione Mattiani, suggellata alcune settimane fa in una convention superaffollata nella sala più grande del palazzo del Consiglio regionale e in un’atmosfera da testosterone (politico) a mille. In vista delle Europee – raccontano fonti interne al Carroccio – Salvini avrebbe già precettato il suo stato maggiore romano ma anche i “signori delle preferenze” sui territori, come il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, giusto per fare un nome che sta circolando molto nei corridoi della politica calabrese.

La strategia di Salvini

Ma il leader della Lega in realtà avrebbe alzato le antenne anche oltre, ben oltre, l’attuale perimetro del Carroccio, consapevole che è un perimetro che potrebbe non essere sufficiente per scalare le posizioni nel centrodestra. Nel mirino di Salvini gli alleati, e anche gli alleati in Calabria. Non tanto – dicono gli analisti – Fratelli d’Italia, che è un monoblocco impenetrabile nella sua rigida gerarchia e nella sua fedeltà assoluta a Giorgia Meloni, quanto Forza Italia, che ha maglie sicuramente più larghe come del resto ha dimostrato la vicenda Mattiani. E’ vero che Forza Italia ha la sua cassaforte elettorale proprio in Calabria, cassaforte custodita da uno dei leader nazionali dei forzisti qual è il governatore Roberto Occhiuto, ed è vero che Forza Italia, e il suo stato maggior nazionale impersonato da Antonio Tajani, puntano fortissimo proprio sulla Calabria per sostenere l’urto delle Europee, le prime grandi elezioni del dopo Berlusconi. Ma è vero anche che Forza Italia, a Roma come in Calabria, si appresta a vivere una fase di transizione non facile, foriera di incertezze e di incognite, tra cui una stagione congressuale inedita e “senza rete”. E in più gli azzurri vivono al loro interno sicuramente più sacche di malumore rispetto a Fratelli d’Italia. Insomma, il terreno ideale per Salvini e per la Lega per provare a intercettare forzisti delusi in cerca di spazi di manovra che ora non hanno nei rapporti interni a Forza Italia. Mattiani sotto questo aspetto è l’esempio plastico ma secondo fonti qualificate ora l’attenzione dei leghisti si sarebbe indirizzata anche su altri importanti dirigenti che oggi militano in Forza Italia ma che vorrebbero dismettere la casacca azzurra, sempre più pesante e scomoda. L’identikit sarebbe quello di una donna di Cosenza: una “figlia d’arte” (politica), specifica una fonte che però non aggiunge altro, anche se tanto fa capire. Già anni fa, agli albori dell’irresistibile scalata di Salvini, era scattata una scintilla con il leader della Lega. Quella scintilla non si era mai trasformata, per svariate ragioni, in fuoco sacro ma sarebbe rimasta sempre accesa, una scintilla che ora potrebbe infiammarsi nuovamente, spiegano i bene informati, anche perché tra questa “figlia d’arte” (e relativa famiglia) e Forza Italia nel segno della leadership di Occhiuto non c’è mai stato un grande feeling, ma rapporti ondivaghi fatti di alti e bassi, più bassi che alti in realtà. Le fonti di cui sopra dicono che in realtà anche questo nuovo passaggio da Forza Italia alla Lega sarebbe praticamente cosa già fatta e che si tratterebbe essenzialmente di mettere a punto solo gli ultimi dettagli in modo che tutto fili liscio. E allora non resta che aspettare l’anno nuovo, l’anno della “madre di tutte le battaglie” (elettorali). (a. cant.)

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