COSENZA Avrebbe gestito complessivamente 678 domande di reddito di cittadinanza dal marzo 2019 al marzo 2022, «concorrendo a cagionare un danno per lo Stato assolutamente rilevante». Sebastian Cristian Teglas è uno degli indagati finiti al centro di una maxi operazione della Guardi di Finanza di Cosenza, guidata dal comandante Giuseppe Dell’Anna, che ha scoperto una robusta truffa ai danni dello Stato consistita nella indebita percezione del Reddito di Cittadinanza, l’indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento e l’abusiva attività finanziaria e riciclaggio.
Teglas emerge come un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini stranieri presenti nel cosentino ed in particolare per la comunità rumena. Secondo l’accusa, «avrebbe gestito in modo esclusivo documenti di riconoscimento e deleghe dei suoi connazionali anche dimoranti in Romania al fine di far ottenere loro, nella piena consapevolezza della mancanza dei requisiti richiesti dalla legge, le misure economiche di sostegno garantite dal nostro ordinamento, mettendo in piedi un vero e proprio mercato». Grazie a questo sistema, Teglas non solo si sarebbe fatto pagare per i servizi offerti, ma in molti casi avrebbe anche «utilizzato personalmente le carte di Reddito di cittadinanza intestate ad altri».
C’è un’altra posizione che finisce nella lente di ingrandimento degli agenti della Gdf cosentina, quella di M.Z.: titolare del Caf Labor «dal quale sono partite le domande di reddito di cittadinanza» finite al centro dell’inchiesta. Teglas era assistente dello stesso Caf. Nel corso dell’indagine, è emerso come la maggior parte delle domande contestate siano state presentate tramite il Caf Labor ed il Patronato Labor. A supportare l’accusa, vi sono anche alcune intercettazioni. Il 25 gennaio 2022, viene captata una conversazione tra M.Z. e Sebastian Cristian Teglas, nella quale quest’ultimo racconta di aver lavorato fino a notte inoltrata per inserire pratiche. «Mi raccomando i rumeni!…». Tuttavia, risulta che Z. abbia personalmente inoltrato una sola domanda di Reddito di cittadinanza «peraltro respinta». Da un conto finale effettuato dagli uomini della Guardia di finanza, risultano notevoli importi movimentati in forza dell’indebita erogazione del reddito di
cittadinanza per un valore complessivo di 3.189.170,04 di euro, 454.088,81 euro relativi alle 164 pratiche gestite materialmente da Teglas e Z. e successivamente revocate per mancanza dei requisiti di legge. (f.b.)
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