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Cosenza, capitale dell’orda

Per il terzo anno consecutivo (e durerà nei secoli) Cosenza ha dato il peggio di sé il 24 dicembre. Quella che è diventata ormai una tradizione, e cioè l’aperitivo infinito che dura fino alle sett…

Pubblicato il: 26/12/2023 – 16:18
di Mario Campanella*
Cosenza, capitale dell’orda


Per il terzo anno consecutivo (e durerà nei secoli) Cosenza ha dato il peggio di sé il 24 dicembre. Quella che è diventata ormai una tradizione, e cioè l’aperitivo infinito che dura fino alle sette di sera con abbondante uso di alcolici, ha riguardato diverse generazioni. Giovanissimi e meno giovani hanno affollato diversi quartieri, bevendo a più non posso, e soprattutto lasciando di tutto per strada. Ringraziano gli esercenti di alcuni bar divenuti famosi che, a botte di quindici euro a spritz, hanno fatto incassi da capogiro.
Ma l’orda incontenibile, rispetto alla quale verrebbe voglia di usare le maniere forti, non ha risparmiato nemmeno il Mab, che è un museo all’aperto in cui compaiono opere di De Chirico, Manzu, Dalì. Vedere i residui del pasteggio posate sulle statue è un pugno all’occhio e fa venire in mente che questa città, ingiustamente esclusa dal novero delle finaliste per la designazione a capitale della cultura, sia diventata un paese periferico. Una città che ha perso sobrietà, dignità e classe da diversi decenni e che ha la presunzione del suo passato ma non la consapevolezza del suo presente.
In ogni posto del mondo democratico anche il diritto al divertimento ha i suoi limiti.
Se io fossi sindaco (come recitava un vecchio programma di Telecosenza dedicato a Giacomo Mancini) questa libertà la limiterei vietando la somministrazione di alcol dalle dieci del mattino.
Ma al di là dei divieti e dei sindaci quello che manca è il minimo rispetto per il vivere civile. L’immagine delle opere d’arte trasformate in poggia bibite è lo specchio della involuzione culturale di una città che non pensa più. Un grande suk più simile a Tangeri che all’Europa fatto di vitelloni e di tracannanti. Un grande avvenire dietro le spalle.

*giornalista

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