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i bisogni abitativi

La Calabria (ri)scopre l’housing sociale, «non chiamatelo edilizia popolare»

Il progetto “Arca” ha permesso di riqualificare un’area in parte abbandonata a Castiglione Cosentino

Pubblicato il: 26/12/2023 – 18:05
La Calabria (ri)scopre l’housing sociale, «non chiamatelo edilizia popolare»

COSENZA Il progetto si chiama “Arca” ed ha permesso di potenziare l’offerta di housing sociale, che ai tempi di avvio delle attività era quasi assente in Calabria, riqualificando un’area in parte abbandonata a Castiglione Cosentino, in provincia di Cosenza. Un intervento integrato realizzato dal centro di solidarietà il Delfino con il prezioso sostegno di “Fondazione con il Sud” che offre alloggi sociali ed accompagna i destinatari verso l’autonomia sostenendoli con percorsi di orientamento al lavoro e tirocini formativi in azienda. Il progetto è localizzato in Calabria sul territorio cosentino ma ha ricadute sull’intera area urbana. L’iniziativa è rivolta a nuclei familiari, italiani e stranieri, che versano in condizioni di fragilità e vulnerabilità socioeconomica.

Il progetto

La mission del progetto è chiara: rispondere a bisogni abitativi diffusi e garantire l’accesso di soggetti in condizioni di vulnerabilità ad un alloggio adeguato, favorendo l’acquisizione di condizioni di autonomia socio-economica ed offrire alla comunità una Cittadella del sociale. La prima fase del progetto, partito nel 2019, ha visto la ristrutturazione di due palazzine, portando come risultato la riqualificazione scenica del paesaggio. Gli interventi hanno riguardato la valorizzazione di fabbricati pre-esistenti. Nel 2020 si sono conclusi i lavori e sono stati consegnati i due fabbricati. Una palazzina di tre piani che ospita 4 mini-alloggi destinati alle famiglie (16 posti letto complessivi) e un fabbricato di oltre 300 mq che ospita il centro sociale polivalente, da utilizzare come palestra, cinema, sala convegni, sala per attività ludiche, ricreative, artistiche. Uno spazio che ha ospitato la conferenza stampa di presentazione del progetto.

I servizi alle famiglie

Le altre fasi progettuali hanno visto l’erogazione di servizi alle famiglie che hanno alloggiato nei mini appartamenti. «Il progetto non si esaurisce nella mera consegna di una mazzo di chiavi e non ha nulla a che vedere con l’edilizia popolare», sostiene Renato Caforio presidente del Centro “Il Delfino”. «Ci siamo occupati della presa in carico delle famiglie al momento dell’ingresso con la redazione di un Piano Sociale Individuale da parte dell’assistente sociale e dell’educatore professionale finalizzato a stabilire una strategia e un piano d’azione per l’acquisizione di un’autonomia socio-economica». Ed ancora, «il sostegno all’inserimento lavorativo con consulenze di orientamento, bilancio di competenze e tirocini formativi in azienda». Il progetto ha coinvolto anche i più piccoli con «attività creative, motorie e ludiche». Ed infine, un «orto sociale con i destinatari che hanno a loro disposizione il terreno agricolo circostante di circa 3 ettari per dedicarsi all’agricoltura con la possibilità consumare i prodotti derivanti da queste attività».

I servizi dedicati alla comunità

Il centro polivalente ha ospitato eventi e nei periodi estivi, attività ludiche, sportive e laboratoriali dedicate in particolare ai bambini ospiti dell’housing sociale ed ai bimbi di tutto il territorio di Castiglione Cosentino. L’orto sociale ha visto protagoniste le famiglie beneficiarie dell’housing sociale e gli utenti della Comunità terapeutica riabilitativa “Eden”. «Questi servizi hanno contribuito a garantire un incremento dei tempi e degli spazi di socializzazione e interazione tra la popolazione locale e le famiglie destinatarie del progetto», ha chiosato Caforio. Tante le associazioni e i movimenti che hanno aderito alla iniziativa: Servizi sociali dei comuni; i centri antiviolenza; i centri di accoglienza sai; L’associazione A.e.o.p San Pietro in Guarano; L’associazione S.a.l.o Ucraina; L’associazione Nemo Cosenza; Il Banco alimentare di Cosenza; Le parrocchie di Buonvicino, Diamante, Fagnano e Marcellina. «Questi enti si sono distinti con il loro sostegno e la loro partecipazione attiva soprattutto quando, dopo l’inizio del conflitto armato in Ucraina, il progetto ha risposto all’emergenza aprendo le porte a famiglie in fuga dalla guerra a partire dal mese di marzo 2022». (redazione@corrierecal.it)

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