CATANZARO Fine anno all’insegna dell’emergenza occupazionale nella regione: sono due le vertenze che in questi giorni stanno catalizzando l’attenzione delle forze politiche e sociali, due vertenze dalle dinamiche differenti ma accomunate dal rischio di aumentare a dismisura le sacche di disoccupazione e quindi di povertà in Calabria, la vertenza dei Tis, i circa 4.000 tirocinanti di inclusione sociale finora impiegati negli enti locali ma con un futuro ora tutto da scrivere, e la vertenza dei dipendenti dell’Abramo Customer Care, settore call center, circa un migliaio. Oggi nella sede della Regione Calabria il governatore Roberto Occhiuto incontrerà i sindacati – e nel caso dei Tis anche la deputazione parlamentare calabrese – in quello che è in pratica una “war room”, una unità di crisi per provare impostare una linea comune che scongiuri il precipitare delle vertenze, sfociate nei giorni scorsi in manifestazioni pubbliche di protesta. Entrambe le partite in realtà si giocano a Roma, sul tavolo nazionale. Quanto ai tirocinanti, dopo la “fumata nera” con l’ultima Finanziaria, l’obiettivo è quello di strappare un emendamento al Mille Proroghe che consenta la contrattualizzazione dei lavoratori, primo step per una stabilizzazione futura. Quanto all’Abramo Customer Care, la paventata cassa integrazione a 24 ore per un migliaio di lavoratori per lo stato di crisi dell’azienda e per il defilarsi di Tim è stata per il momento scongiurata, ma solo per il momenti, perché è stata sospesa per tre mesi grazie alla “moral suasion” delle istituzioni, in primis dello stesso Occhiuto, con i vertici della società di comunicazioni ma resta la preoccupazione in prospettiva: Occhiuto ha annunciato il pressing per l’apertura di un tavolo di crisi al Mise ma si punta a fare un ragionamento più complessivo sull’intera partita dei call center in Calabria. Oggi in Cittadella dunque una “war room” per disinnescare due pericolose bombe sociali. (c. a.)
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