COSENZA Quando qualche amico in gita a Cosenza mi chiede consigli gastronomici indico quasi sempre il tratto dei Rivocati che sui marciapiedi schiera trattorie con pietanze di tradizione, icone popolari alle pareti, genuina atmosfera popolare e anche canzoni. Dalla “Gulia” (termine dialettale che indica voglia, desiderio) al “Paesello” a “Tina Pica” un pezzo di città mantiene insieme un bel po’ di identità. Ho scoperto anche un Opificio artigianale degli spiriti nello stesso quartiere che ben si coniuga alle cantine di un tempo che affollavano il quartiere come ritrovo maschile. In fondo si intravede piazza Riforma che con la memoria richiama l’antico Cimbalino, reso celebre da una canzone di Totonno Chiappetta, cabarettista-poeta, il quale essendo di Carolei aveva un rapporto particolare con questo quartiere. Come tutti i residenti di Mendicino, Cerisano, Laurignano, Domanico che con piazza Riforma, in auto privata o bus di linea, hanno il loro cordone ombelicale con Cosenza.
La premessa era necessaria per lodare l’iniziativa del Comitato Riforma Rivocati che il 29 dicembre nella sua sede in via Rivocati 63 presenta una mostra diffusa (in copertina una foto di Ercole Scorza) che ha raccolto una trentina tra i fotografi più artistici della città in un progetto dal basso di cui si avvertiva la necessità. Gli appassionati dello scatto con la collaborazione dei commercianti della zona esporranno i loro lavori nei luoghi più vissuti del quartiere contaminando bellezza e vita quotidiana.
L’iniziativa è stata ribattezzata De/Rivo fondendo il concetto di deriva psicogeografica del filosofo situazionista Guy Debord con il nome dell’arteria principale del quartiere.
L’analisi di contesti dell’iniziativa è di critica sociale a difesa di un quartiere cerniera tra Cosenza Vecchia e Cosenza Nuova. Un centinaio le attività commerciali che sono presenti nel caratteristico quartiere.
Decoro, architettura e servizi essenziali non sono giudicati con favore. I restyling di piazza Riforma e quello in corso di piazza Amendola non sono graditi, alcuni edifici dell’Ottocento e del Novecento sono stati abbattuti per far posto a palazzoni dai volumi sproporzionati, altri cadranno, l’argine del Busento non vive bene e “le sacche di degrado sono in lenta, ma costante espansione”.
L’idea è piaciuta molto ai commercianti che hanno spalancato le porte accogliendo a braccia aperto il progetto, Radio Ciroma sempre attenta a quello che si muove dal basso ha messo a disposizione le sue frequenze, molto si deve anche a Cecilia Vaccari che nel quartiere ci vive e ha radunato i fotografi che hanno ognuno donato 4 immagini, una per ogni stagione.
La buona iniziativa ha richiamato alla mia mente quando si ballava negli anni Quaranta nel Salone del Palazzo Miceli dei Rivocati, quartiere di confine tra Carmine e Fontana Nuova. Raccontano che attorno al 1874 dai Rivocati partirono in corteo i cosentini adirati con il Municipio per aver aumentato di 5 centesimi il prezzo del pane. In epoca giolittiana, dei lavori pubblici contestati fecero esplodere sui giornali locali “l’affare di via Rivocati” che infiammò non poco la lotta politica. Ai Rivocati dove il 10 aprile del 1913 fu ucciso Za’ Peppa , il primo capo della Mala cosentina. A centodieci anni da quel delitto lasciatevi ispirare da Guy Debord: “Andate in giro a piedi senza meta, percepite lo spazio come un insieme unitario e lasciatevi attrarre dai particolari”. Tra i Rivocati e la Riforma.
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