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Costi (e rischi) del ponte dei record

L’opera che potrà far competere il Sud con le mega-strutture cinesi

Pubblicato il: 27/12/2023 – 11:15
Costi (e rischi) del ponte dei record

Un “ponte d’oro”. Sicuramente «da record»: così Panorama, che in un lungo e accurato reportage fa il punto sulla maxiopera che potrebbe cambiare il volto dello Stretto di Messina. Lungo 3.600 metri e con una campata unica di 3.300 mt, sarà sorretto da torri alte quasi 400 metri.
Il settimanale mette a confronto il Ponte sullo Stretto con altre megastrutture in costruzione in molti Paesi, dagli Stati Uniti all’Europa, ma soprattutto con la Cina, che guida la particolare classifica con opere come il gigantesco ponte di Changtai in costruzione sul fiume Yangtze: a campata multipla, è lungo oltre 10 chilometri, vale a dire quasi il triplo di quello che nei progetti dovrà collegare Calabria e Sicilia.    

Le tappe e i costi

Scrive Guido Fontanelli che del progetto si parla da quasi due secoli, fin dai tempi di Ferdinando II di Borbone (1840). La definitiva accelerazione potrebbe arrivare proprio nel 2024, dopo che il governo Meloni ha deciso di puntare sull’opera definita strategica: nel 2006 la società Stretto di Messina ha affidato la progettazione e costruzione al consorzio Eurolink, di cui è leader il gruppo italiano Webuild, che il 20 dicembre 2010 ha consegnato il progetto definitivo, approvato dalla società Stretto di Messina il 29 luglio 2011. Da allora, con il susseguirsi dei vari governi, il progetto è stato periodicamente accantonato o nuovamente messo in campo.
Webuild – si legge sul magazine edito dal gruppo guidato da Maurizio Belpietro – stima un costo di circa 11 miliardi: 4,5 per il ponte in sé, 5,3 per le opere di collegamento e 1,1 per interventi di mitigazione ambientale.

Tra rischi e sfide vinte

La «sfida ingegneristica» di cui parla Panorama non può prescindere dai rischi, tanto più se si pensa al terremoto del 1908 di magnitudo 7.1 della scala Richter. Da allora «la tecnologia ha fatto passi di gigante – scrive Fontanelli – e Webuild assicura che il ponte avrà i requisititi di integrità strutturale più elevati al mondo, compatibili con un sisma di magnitudo 7.5. e sarà in grado di resistere a venti di 300 chilometri orari».
Rischi che non sembrano spaventare altri territori pure interessati da fenomeni sismici, su tutti basti pensare al Giappone che in una ideale classifica approntata dal settimanale compare grazie al ponte sospeso sullo stretto di Akashi: 3.911 metri con una campata principale di quasi 2 chilometri. I tecnici di Webuild citano questa opera e altre, come il turco Canakkale Bridge, tra i modelli di riferimento delle tecniche ingegneristiche più moderne: innovazioni già messe in pratica dal gruppo nella costruzione del ponte di Braila, il secondo ponte sospeso più lungo d’Europa, inaugurato lo scorso luglio in Romania. «Ma è la Cina il paradiso dei nuovi ponti», conclude il reportage menzionando i «tanti record che fanno inorgoglire i cinesi. Ancora per poco, però: ci penserà Salvini – chiosa – a fargli abbassare la cresta con il Ponte sullo Stretto».

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