CATANZARO Contenzioso, pignoramenti, debiti fuori bilancio, perdite degli enti strumentali e delle partecipate. A ingessare pesantemente le casse della Regione non sono solo i vincoli di vario genere ma anche gli “accantonamenti”, la necessità di destinare risorse a scopo difensivo degli equilibri di bilancio e di rimpinguare a titolo cautelativo alcuni fondi che servono ad evitare un crack contabile.
Nella relazione all’ultimo Bilancio, approvato nella seduta del 22 dicembre in Consiglio, la Giunta regionale spiega che «la situazione finanziaria regionale continua a presentare in maniera sempre più marcata una caratteristica dicotomica e contraddittoria: per un verso esiste, anche e soprattutto in prospettiva, un quantitativo ingente di risorse di natura vincolata per investimenti (Por, Pac, Fsc, Pnrr) che rappresentano una grossa opportunità per lo sviluppo e la crescita, anche occupazionale, della Regione, mentre per altro verso la disponibilità delle risorse autonome è pari soltanto a circa il 12% dell’intero bilancio regionale». Il contesto è questo: «La disponibilità effettiva di risorse autonome – prosegue la relazione al Bilancio della Regione – si è contratta nel corso degli ultimi anni anche per via dei gravosi tagli ai trasferimenti statali che hanno generato un effetto sostitutivo e, quindi, una maggiore pressione sulle limitate risorse regionali, ulteriori limitazioni all’utilizzo delle risorse autonome sono derivate dalle regole della contabilità armonizzata, dalla necessità di accantonare le risorse per il rischio da contenzioso, per la copertura dei pignoramenti e per i debiti fuori bilancio, per il fondo crediti di dubbia esigibilità, per le perdite delle società regionali. Tali accantonamenti… assumono valori niente affatto trascurabili che riducono ancora di più la disponibilità di risorse da destinare alle politiche regionali di spesa da attuare con le risorse proprie».
Dunque – ribadisce la Giunta nella relazione al Bilancio regionale – «la rilevanza degli accantonamenti, in attuazione della normativa sull’armonizzazione dei bilanci, ha assunto dimensioni ragguardevoli». Gli importi più rilevanti riguardano anzitutto il Fondo crediti di dubbia esigibilità che, in ragione dei ridotti stanziamenti di entrata e dell’andamento delle riscossioni nel corso del precedente quinquennio, è stato rideterminato in circa 58,369 milioni di euro nell’anno 2024, in circa 58,365 milioni di euro nel 2025 e in 57,6 milioni di euro nel 2026. Quindi il Fondo rischi contenzioso, pari a Meuro 6,53 per ciascuna delle annualità 2024, 2025 e 2026. «Tale valore è stato stimato dall’Avvocatura regionale alla luce dei recenti orientamenti giurisprudenziali, delle somme già previste a tale fine nel bilancio regionale (stanziamenti e residui), delle risorse che la Regione ha stanziato anche nel bilancio di previsione 2024-2026 per la copertura degli atti giudiziali di pignoramento e dei debiti fuori bilancio, del grado di utilizzo del Fondo stesso nel corso degli anni, e delle considerazioni della magistratura contabile formulate in occasione della disamina dei Rendiconti della Regione. Anche in relazione a tale fondo, e al fine di comprendere l’impatto complessivo degli accantonamenti previsti dalle attuali regole contabili, si ribadisce – rimarca la relazione – che il valore prudenzialmente accantonato nel risultato di amministrazione dell’anno 2023 per fare fronte all’eventuale soccombenza in liti e alle passività potenziali è pari a circa 175,45 milioni di euro». E ancora «il Fondo necessario per fare fronte ai pagamenti connessi agli atti giudiziali di pignoramento presso il Tesoriere regionale, determinato in 14,35 milioni per ciascuno degli anni 2024-2026; il Fondo per dare copertura ai provvedimenti di riconoscimento dei debiti fuori bilancio, pari a 2,0 milioni di euro per ciascuno degli anni ricompresi nel bilancio 2024- 2026; o al Fondo per passività potenziali stanziato in ciascuna delle annualità 2024-2026, pari a 10 milioni di euro; o il Fondo di garanzia per i debiti commerciali, stimato nella misura massima, e pari per l’anno 2024 ad oltre 1,059 milioni di euro; o al ripiano del disavanzo trentennale determinatosi in occasione del riaccertamento straordinario e della sottoscrizione dell’anticipazione di liquidità di cui al Dl 35/2013; o il Fondo per fare fronte all’eventuale ripiano delle perdite delle società regionali, per un valore di oltre 4 milioni di euro nel 2024». (a. c.)
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