REGGIO CALABRIA La legge bavaglio continua a far discutere. Anche alcuni procuratori della Repubblica alzano la voce e si mostrano decismente contrari all'”emendamento Costa”. «La pubblicazione delle intercettazioni non influenza i processi e non viola la presunzione di innocenza», ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo che si è occupata di una vicenda che scosse la politica croata. Un tema decisamente d’attualità in Italia dove l’emendamento proposto dal parlamentare di Azione Enrico Costa si è trasformato in una norma che introduce il divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare. Una decisione che si è tramutata di fatto in una sorta di bavaglio per la stampa. Il Fatto Quotidiano, dopo aver sentito il parere dei procuratori capi di Potenza e Perugia, Francesco Curcio e Raffaele Cantone, ha chiesto un commento anche ad Emanuele Crescenti, procuratore di Palmi. «Un giornalista deve fare il suo lavoro e noi il nostro. Se un cronista ha una notizia ufficiale, non vedo come si possa mettere un bavaglio alla titolarità del giornalista di pubblicarla. Il divieto di pubblicare stralci integrali è una assurdità». Il procuratore aggiunge: «Si chiede di parafrasare? L’emendamento potrebbe anche passare – conclude -, ma voglio vedere se qualcuno oserà mettere sotto processo un giornalista perché ha pubblicato un fatto vero».
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