TRENTO Il riciclaggio di poco più di 18 milioni di euro, provento dell’attività del narcotraffico internazionale, frutto dei legami criminali tra la ‘ndrangheta di San Luca, quella del Crotonese, coinvolgendo figure legate alle famiglie criminali di Cirò e Cutro. Da questi spunti a Trento partirà, a maggio, un nuovo processo contro le ramificazioni della criminalità organizzata oltre i confini calabresi. Saranno 21 gli imputati su decisione del giudice Enrico Borrelli, che ha accettato la richiesta del procuratore distrettuale Sandro Raimondi e del sostituto Davide Ognibene. Si tratta dell’operazione che ha consentito di smantellare un’organizzazione criminale dedicata al traffico di droga, coinvolgendo presunti affiliati sia alla ‘Ndrangheta reggina che a quella crotonese, insieme a narcotrafficanti sudamericani. L’organizzazione è sospettata di aver gestito traffici del valore di diversi milioni di euro, di cui almeno cinque sarebbero stati riciclati grazie alla collaborazione di individui cinesi coinvolti nel cosiddetto “fei ch’ien”, ovvero il denaro volante.
Gli imputati, secondo l’accusa, gestivano le loro attività nel traffico di droga attraverso la creazione di gruppi sulle chat criptata “Sky Ecc”, utilizzate dai broker per verificare la disponibilità dei prelevatori di denaro, fornendo loro istruzioni dettagliate su giorno, ora, coordinate geografiche per la consegna e altre informazioni cruciali per i corrieri incaricati. La giurisdizione dei giudici trentini si basa sul fatto che le somme considerevoli, nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro per ogni transazione, venivano versate su conti bancari a Trento dagli intermediari designati dall’organizzazione. Successivamente, tali fondi venivano trasferiti all’estero.
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