LAMEZIA TERME Sono passati 32 anni da quando, nel 1991, un accordo di programma quadro sottoscritto presso l’allora Ministero per le aree urbane aveva definito e disegnato il percorso della possibile conurbazione tra Catanzaro e Lamezia Terme, i due poli cittadini dell’istmo circondati lungo l’asse Jonio Tirreno da un nutrito numeri di piccoli e piccolissimi paesi. L’idea era quella di un’area centrale dove la vicinanza tra le due città poteva e doveva essere fattore di attrazione prima e di integrazione urbanistica poi. Un’idea di unione logica e conveniente ma sempre stoppata da quei rigurgiti campanilistici che in Calabria rappresentano una costante, al netto di qualche lodevole eccezione i cui risultati, tuttavia, sono ancora attesi. Dal 1991 e da quell’accordo quadro molta acqua è passata sotto i ponti, alcune delle opere immaginate sono state realizzate (si pensi ad esempio alla velocizzazione della SS 280 dei Due Mari) ma il progetto complessivo è sostanzialmente rimasto sulla carta. Da circa due mesi un movimento cerca di rilanciare proprio l’idea di un’area urbana Catanzaro–Lamezia, 271 i sottoscrittori, tra cui associazioni, ex politici ma anche figure impegnate nell’agone politico attuale.
Ieri sera a Lamezia Terme un incontro organizzato nella sala consiliare di Palazzo Madamme ha fissato i termini dell’impegno delineando i prossimi appuntamenti. «Io sono stato uno di coloro i quali hanno sottoscritto quell’accordo di programma, poi – sottolinea l’ex Presidente della Provincia di Catanzaro, Pierino Amato – nel corso del tempo qualcosa è stato realizzato, penso all’Università o alla Cittadella regionale la cui localizzazione è stata fatta proprio in funzione dell’area urbana con Lamezia Terme. In quegli anni c’era un entusiasmo straordinario, credevamo veramente in questa prospettiva ma pi tutto si è fermato, oggi – aggiunge Amato – mi pare che sia ritornato l’entusiasmo giusto, questo movimento è nato per caso, eravamo in 25 e in soli due mesi siamo diventati 271. Ci sono ex parlamentari, consiglieri regionali, i sindaci delle due città e ben 43 primi cittadini dei paesi dell’hinterland di Catanzaro e Lamezia». «Il nostro obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica, a fare le scelte ovviamente devono essere le Istituzioni, bene hanno fatto – conclude Amato – i due Sindaci di Catanzaro e Lamezia ad avanzare la proposta di una commissione tecnica che aggiorni quanto immaginato 32 anni fa e di una commissione giuridica per verificare quali possono essere le possibilità e le opzioni per andare avanti nel percorso».
Il progetto del neocostituito movimento muove anche da una considerazione legata agli ultimi sviluppi nel panorama regionale Reggio Calabria divenuta città metropolitana e l’area di Cosenza nella quale è stata impressa un’accelerazione verso la città unica «questo movimento – specifica l’avvocato Mariannina Scaramuzzino – nasce quasi con un tuffo nel passato ma invece è una proiezione nel futuro. Abbiamo due città costituzionalmente troppo vicine per restare separate, stasera a Lamezia incontriamo le associazioni, la stessa cosa faremo a Catanzaro, l’obiettivo è quello di costruire le condizioni di una possibile unità».
Di scelta logica e inevitabile parla, invece, Tonino Saladino che evidenzia come «la politica per tanti anni non si è posto questo problema, è stata una grave carenza ma la realtà non può essere ingannata». «Oggi – aggiunge Saladino – è da pazzi non tenere conto della logistica e delle possibilità di movimento, il problema non è più dove si sta ma come ci si muove; se si abita a Milano in periferia ma si è vicini alla metropolitana si è a tutti gli effetti cittadino milanese. Tra Lamezia e Catanzaro è giusto che inizi un’opera di conurbazione, va fatta con intelligenza e portando a compimento progettualità innovative, da tempo ad esempio si parla di questa metropolitana leggera tra le due città ma fino a ora non si è visto alcun risultato».
Nella riunione convocata nella sala consiliare del Comune di Lamezia il presidente del civico consesso lametino, Giancarlo Nicotera, ha messo in evidenza come il primo risultato da raggiungere sia il superamento di certi atteggiamenti «ci sono ancora rigurgiti senza senso, non basta infatti partecipare a questo tipo di percorsi se poi, ad esempio, sento ancora porsi il problema se l’aeroporto debba definirsi di Lamezia o di Catanzaro, se l’aula bunker deve stare nella città capoluogo di regione, se l’esame degli avvocati deve essere fatto a Catanzaro o Lamezia. Questa non è miopia, significa essere fuori dal tempo. Se si parte e si procede in questa direzione occorre farlo con una parità assoluta, se si è capaci di sostituire il noi all’io non dimenticando i piccoli territori che ci stanno attorno allora il percorso andrà avanti». (D. M.)
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