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mafie al nord

La “cava della ‘ndrangheta” in Lombardia, dopo 15 anni l’analisi della falda acquifera

A Desio il primo passo per la bonifica dopo la scoperta, nel 2008, dei rifiuti pericolosi gestiti dai clan: si parla di 180mila tonnellate

Pubblicato il: 02/01/2024 – 10:15
La “cava della ‘ndrangheta” in Lombardia, dopo 15 anni l’analisi della falda acquifera

«È pronta a spegnere 16 candeline, nel 2024, la cava Molinara di Desio, tristemente nota come “cava della ‘ndrangheta”». Sedici anni – si legge in un articolo del Giorno – «in cui è stato fatto poco o niente, per bonificare la ferita sul territorio. Operazione quanto mai complessa e onerosa, certo, ma verso la quale nessuna delle amministrazioni che si sono succedute ha fatto passi decisivi. Nei giorni scorsi il Comune ha fatto un piccolo, ma importante, passo, per la salvaguardia della salute pubblica. È stato affidato il servizio di monitoraggio delle acque che scorrono sotto la cava a una azienda specializzata di Milano».
Il Comune sta procedendo, in sostituzione della proprietà inadempiente, alla caratterizzazione di una vasta area interessata in passato da operazioni di cava abusiva e successivamente utilizzata come discarica abusiva, compresa tra la Valassina, via Molinara e lo svincolo Desio Nord – spiega l’Amministrazione -, si è proceduto alla posa di quattro piezometri posizionati due a monte e due a valle del corpo rifiuti fino a una profondità di meno 58 metri. Adesso è necessario procedere al monitoraggio delle acque sotterranee previsto dal Piano di caratterizzazione approvato con Conferenza dei Servizi l’8 maggio del 2018.
Il quotidiano lombardo riporta che «il Comune ha stanziato oltre 11mila euro» per «accertare che la mole immensa (si parla di 180mila tonnellate) di rifiuti sotterrata dai malviventi non abbia portato al percolamento di sostanze inquinanti nella falda. Tra i rifiuti, infatti, sono stati trovati materiali contenenti idrocarburi incombusti, oli esausti, piombo, cadmio e cromo. Gli esiti delle analisi saranno utili per capire i successivi passi di questa vicenda drammatica per l’ambiente, che grazie all’operazione della polizia provinciale ha permesso di sollevare il coperchio sugli affari della malavita organizzata nel business dei rifiuti. Una ferita profonda che da 16 anni attende di essere rimarginata».

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