CATANZARO Una associazione transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al riciclaggio del denaro provento dell’attività illecita. Il sodalizio sarebbe articolato in cellule presenti in Italia e all’estero (Turchia e Grecia), i cui appartenenti, pur con compiti differenti, avevano un obiettivo unico, quello di far giungere i migranti in Italia sfruttando la rotta marittima del mediterraneo orientale, con destinazione finale Centro-Nord Europa. Con queste accuse, a maggio di quest’anno, erano state arrestate 29 persone, al termine di un’inchiesta coordinata dalla Distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata dall’ex procuratore Nicola Gratteri. Ora la stessa Dda ha chiuso l’indagine per 28 persone, di cui 10 tuttora irreperibili.
Gli arresti sono stati la conseguenza di quanto emerso nel corso di un’articolata indagine iniziata nel 2018, con il concorso in mare del personale della Sezione Navale della Guardia di Finanza di Crotone, avviata sulla base degli elementi info-investigativi raccolti da diversi anni sul fenomeno del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che ha interessato la provincia di Crotone, meta di una serie di sbarchi aventi a oggetto natanti condotti da soggetti principalmente di nazionalità ucraina o comunque dell’area dell’ex Unione Sovietica con a bordo migranti di diverse nazionalità della zona medio-orientale o asiatica del pianeta.
«È stato possibile ricostruire il viaggio di disperati che scappano dalla guerra, arrivano in Turchia, da qui vengono portati a Salonicco, in Grecia, e poi sulle coste italiane dove altre organizzazioni li prendono in carico e gli fanno raggiungere la destinazione richiesta», aveva spiegato il procuratore Gratteri nel corso della conferenza stampa.
Ogni cellula aveva un compito differente, avevano spiegato gli investigatori in conferenza stampa. Il viaggio aveva inizio in Turchia dove i sodali della cellula turca davano tutte le informazioni sul viaggio e sulla cifra da pagare e conducevano, poi, i migranti a Salonicco. Qui entrava in gioco la cellula greca che conduceva i passeggeri ad Atene e poi a Patrasso dove si trovavano gli skipper che a bordo di barche a vela attendevano il momento più propizio per partire. La meta era il Sud Italia dove ad attendere i migranti c’era la cellula italiana. L’inchiesta, anche se contemplava la stessa rotta dei disperati morti nel naufragio di Cutro, è partita nel 2018, aveva richiesto l’impiego di interpreti e la traduzione in cinque lingue dell’ordinanza di custodia cautelare. È stata un’indagine fatta di pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali. In Italia sono state contate sette cellule di cui una, quella di Trieste, era dotata di una cassa comune. Accanto alla squadra mobile di Crotone hanno lavorato anche l’Interpol e l’Europol. (Gi. Cu.)
ABDALRAHMAN Shvan Jalal Abdalrahman
AHMAD Hawre Shahab
ALI Hosman
AMANJ Shex
AMIN Nigar Abdalla Amin
AWLMOHAMMED Osman Ali
AZEEZ Balen Faris Azeez
BOUGHAZI Mostafa
DANA BAQE Kaka
FAJJARI Ameur
FAQE Hwnar Nazm Faqe
FARHANGHI Kawa
HAMADANI Mourad
HAMAMUSTAFA Mohammed
IBRAHIM Ako Abdulla
ISSA Zhvan
LEMHAR Bouchaib
MAHAMMAD Nashwan
MERAN Qalejoe
MOHAMMED Adel Abdullah
MOHAMMED Ahmed Rashid Mohammed
MUSTAFA Omar Mohammed Ali
NAMDAR Jawad
NAMR Omar
RASOL Satnan
SAID ABDULAZIZ Farsat
SLEMAN ABDULKERIM Shaho
TAWFEEQ Omar Akba
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