ROMA Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi torna sul tema degli ingressi a pagamento nei musei statali e civici, ripreso nei giorni scorsi dal ministro Gennaro Sangiuliano. «I grandi afflussi dei musei italiani, favoriti dai giorni di gratuità, numerosi in questi giorni di feste – osserva il sottosegretario che proprio sui musei ha la delega – inducono a riflettere sull’entusiasmo del ministro Sangiuliano. Nessun dubbio che i turisti stranieri debbano pagare il biglietto nei musei italiani, intesi come luoghi di visita occasionale, ma i musei hanno un compito formativo. E il primo studio da fare sarebbe sulla frequentazione dei musei da parte dei cittadini residenti. Per questo continuo a ritenere fondamentale, al di là delle occasioni turistiche, la gratuità dei musei statali e civici per i cittadini e gli studenti delle città in cui questi musei hanno sede». «Sarebbe interessante – spiega Sgarbi – vedere quanti e con quale frequenza i ravennati vadano nei musei di Ravenna, i milanesi in quelli di Milano, gli aretini i quelli di Arezzo, i napoletani nei musei partenopei. Ci accorgeremmo che la frequentazione è molto rarefatta e, nella sostanza, inibisce ai musei la loro funzione precipua, cioè quella formativa e culturale. Non ho mai visto alcuna differenza tra biblioteche e musei». «Ma nella logica di chi vuole i musei a pagamento – conclude il sottosegretario – tale misura sarebbe da estendere anche alle biblioteche: 20 euro per guardare Botticelli, 20 euro per leggere Macchiavelli».
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