STEFANACONI Dal primo gennaio scorso la memoria di Enzo Tortora vive in una piazzetta di Stefanaconi, piccolo centro del Vibonese. Dove prima c’era una casa abbandonata, campeggia ora un murale con l’immagine del presentatore e una sua celebre frase, estratta da una delle tante lettere scritte dal carcere alla sua compagna Francesca Scopelliti, “So che la battaglia tra la verità e la presunzione più assurda sarà tremenda, ma la verità deve vincere”. «Enzo Tortora – afferma il sindaco di Stefanaconi Salvatore Solano – di fatto quella battaglia di verità la vinse in appello e in Cassazione, dopo essere stato ingiustamente arrestato e condannato a 10 anni in primo grado, con l’accusa di essere un pericoloso camorrista e spacciatore di droga. Da quel processo emersero gravi errori giudiziari, scambi di persona, false dichiarazioni di pentiti, assenza di prove certe, un’errata valutazione fattuale prima che giuridica, ma anche restrizioni nel diritto di difesa. Qualcuno definì Tortora ‘colpevole di essere innocente’. Il famoso presentatore di Portobello, mostrato come un trofeo, umiliato e massacrato nella dignità di essere umano, è stato consegnato alla storia come vittima di malagiustizia». La decisione dell’Amministrazione comunale di intitolare a Enzo Tortora la piazzetta, previa autorizzazione del Prefetto di Vibo Valentia, nasce, è scritto nell’atto di Giunta, da «un profondo sentimento di giustizia e legalità, di cui abbiamo il dovere di sentirci garanti qualunque sia il ruolo ricoperto da ciascuno nella società e nelle Istituzioni». Le battaglie di Enzo Tortora, «più che attuali, richiedono una profonda riflessione sui temi della giustizia, nell’unica direzione auspicabile che non vi siano innocenti a rimanere ingabbiati dal pregiudizio e dalla malafede». Significativa la citazione di Voltaire nell’atto: “E’ meglio correre il rischio di salvare un colpevole piuttosto che condannare un innocente”. La manifestazione di inaugurazione della piazzetta si terrà prossimamente con un convegno sulla giustizia e sulla figura di Enzo Tortora.
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