LAMEZIA TERME I due nuovi collaboratori di giustizia, Onofrio Barbieri e Antonio Accorinti saranno ascoltati nel processo “Imponimento”. Questo quanto deciso dalla presidente del Tribunale collegiale di Lamezia Terme, Angelina Silvestri che ha accolto l’istanza presentata dal pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, nell’udienza dello scorso 20 dicembre 2023.
Il pubblico ministero aveva chiesto l’esame dei collaboratori di giustizia. Per i giudici, infatti, la prova orale in questione è «ammissibile trattandosi di dichiaranti che hanno iniziato la loro collaborazione con l’autorità giudiziaria successivamente all’apertura del dibattimento» e potrebbe fornire elementi rilevanti riguardo al «contributo in chiave associativa, rapporti tra la cosca Anello e gli imputati Stillitani Francescantonio, Stillitani Emanuele e Facciolo Antonio». Il giudice, inoltre, ha disposto che il pm documenti l’impossibilità tecnica di procedere all’omissis sulle videoriprese e sull’audio, «riservando all’esito ogni valutazione sull’istanza difensiva tesa ad ottenere la messa a disposizione delle videoregistrazioni e delle fonoregistrazioni dei verbali omissati».
Nei verbali riempiti dalle dichiarazioni di Antonio Accorinti, il 43enne figlio del presunto boss Antonio e che ha scelto di intraprendere la collaborazione con la giustizia, ci sono una serie di episodi utili agli inquirenti per ricostruire, e in molti casi a rafforzare, castelli accusatori che riguardano gli scenari criminali degli ultimi anni. Ha raccontato, poi, che la sua famiglia ha contribuito alla costruzione del “Club Med”, «contribuendo a realizzare, alla fine degli anni ’90, tutto l’impianto elettrico del cosiddetto “secondo blocco”». A proposito di Stillitani, Accorinti spiega che «faceva riferimento, su tutto, a Pantaleone “Scarpuni” Mancuso. Se c’era qualcuno che faceva pressioni per entrare a lavorare nel villaggio turistico o faceva qualche danneggiamento, Stillitani si rivolgeva al nostro gruppo e noi ci attivavamo per sistemare le cose e garantire protezione». «Decidemmo di appoggiare politicamente Stillitani perché tale richiesta per noi costituiva un vero e proprio dovere; dovevamo difatti ricambiare i favori ricevuti per il Club Med. Preciso quindi che alla richiesta dello Stillitani di appoggio elettorale noi ci attivammo non a fronte di uno specifico compenso, ma nel contesto del complessivo rapporto che c’era con i fratelli Stillitani».
«Personalmente ho conosciuto sia Rocco che Tommaso Anello e sono al corrente che Vincenzino Fruci, per conto di questi, ci hanno dato appoggio, dopo la riunione del 2004, per compiere l’omicidio di Raffaele Cracolici (…) mentre Vincenzino Fruci con Francesco Michienzi hanno eseguito dei sopralluoghi per compiere l’agguato ai danni di Cracolici». Questo, invece, quanto aveva raccontato ai magistrati l’altro nuovo collaboratore di giustizia, Onofrio Barbieri, citando nomi eccellenti e imputati proprio nel processo Imponimento. Secondo il racconto di Onofrio Barbieri «sia Vincenzino Fruci che Francesco Michienzi, unitamente ad Andrea Mantella e Francesco Scrugli, hanno partecipato a diverse riunioni tenute sempre nel casolare di Nicola Bonavota, finalizzate all’omicidio di Raffele Cracolici. Dalla prima riunione del 2004 alla realizzazione dell’agguato si sono succedute varie riunioni in quanto non riuscivamo a localizzare la vittima». «Grazie poi proprio alle informazioni di Fruci che di Michienzi – racconta Barbieri – siamo riusciti a localizzare Cracolici per poi procedere all’agguato. (g.curcio@corrierecal.it)
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