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Il caso

Sant’Onofrio, esposero striscione contro la violenza di genere: multati dal Comune

Lo sfogo dell’associazione “Bubini Aps” sui social: «Siamo dei fuorilegge per aver sostenuto una causa importantissima»

Pubblicato il: 05/01/2024 – 11:44
Sant’Onofrio, esposero striscione contro la violenza di genere: multati dal Comune

SANT’ONOFRIO Multa di oltre 300 euro per aver esposto uno striscione contro la violenza di genere. È quanto successo a Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia, all’associazione “Bubini APS”. Il caso ha inizio il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Quel giorno in tutta Italia, mossa anche dall’indignazione per il femminicidio di Giulia Cecchettin, vengono organizzate iniziative a condanna della violenza di genere. Nel piccolo paese di Sant’Onofrio, spunta uno striscione con la scritta “Proteggi tua figlia, educa tuo figlio”. In poco tempo, però, il manifesto viene rimosso dall’amministrazione a causa, scrive l’associazione, di motivazioni «storiche ed estetiche».

Multa di oltre 300 euro

Oggi, dopo più di un mese, è la stessa associazione a tornare sull’argomento, riportando la decisione di multare il gruppo per la vicenda. «Siamo fuorilegge – si sfogano sui social – per aver sostenuto una causa importantissima come quella contro la violenza di genere. Lo siamo anche per aver seguito alla lettera le indicazioni dateci da un importante membro della nostra amministrazione. E come si sa, i fuorilegge vanno puniti». La sanzione, arrivata per aver violato il codice della strada, si attesta a €301 se pagata entro 5 giorni, €430 se pagata dal 5° al 60° giorno, e di €865,50 più €12,50 se pagato oltre il 60° giorno. «Siamo stati anche definiti ignoranti, perché la legge, giustamente, non ammette ignoranza. Quindi, in sintesi, siamo fuorilegge e ignoranti per aver seguito indicazioni da chi ci accusa di esserlo. Qualcosa non torna».

«Avevamo il consenso del proprietario»

«Perciò chiediamo massima attenzione ai residenti del nostro paese che in queste feste hanno esposto luminarie sui balconi, dato che l’articolo citato riguarda anche “sorgenti luminose visibili dai veicoli transitanti sulle strade”. Quando uno sbaglia, deve pagare. C’è questa legge del codice della strada che abbiamo infranto? Bene, paghiamo. Tuttavia, il giorno in cui è stato rimosso lo striscione, non si è mai accennato al codice della strada. La rimozione è stata associata a motivazioni estetiche e storiche. “La clinica è un edificio storico per il nostro paese. Non si può rovinare l’estetica della sua facciata con uno striscione”, nonostante avessimo il consenso del proprietario della clinica».

«Non ci fermerà una multa»

«Il 25 novembre – si legge – era una data importantissima su cui bisognava riflettere su un tema cruciale. Eppure, il tutto è passato in secondo piano, emergendo solo presunzione e arroganza, dimenticando il motivo dello striscione e ciò che rappresentava. Noi di parole ne avremmo ancora molte, ma ci fermiamo qui perché è giusto che la gente sappia. Allo stesso tempo, alimentare polemiche non è nel nostro stile. Quello che ci teniamo a dire è che né una multa né il capriccio di qualcuno ci fermeranno. Noi agiremo sempre in buona fede e per il bene del nostro paese, continuando ad organizzare tutto ciò che le nostre possibilità ci permettono di fare». (redazione@corrierecal.it)

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