REGGIO CALABRIA Chiusura, totale e anche brutale. Il Pd respinge a muso duro la mano tesa da Giuseppe Falcomatà per una riapertura delle trattative in modo da far rientrare i dem nella neonata Giunta comunale presentata oggi. «Un modo di operare antidemocratico ed individualista», ha commentato a stretto giro di posta il Partito democratico con una nota che avrebbe anche il sigillo dei vertici del Pd, a partire dal segretario regionale Nicola Irto. E il Pd ha avviato la valanga trascinando e compattando il centrosinistra, visto che a ruota con note altrettanto dure anche altre forze della coalizione – i socialisti, Dp – si scagliano contro Falcomatà, e qualcuno si spinge addirittura a parlare di «proposta indecente» del sindaco nel lasciare ancora una porticina aperta al dialogo con i partiti. L’impressione di gran parte degli osservatori politici è che questa porticina sia di fatto ormai completamente chiusa, fatti salvi colpi di scena clamorosi (e ovviamente possibili). La frattura tra Falcomatà e il Pd con il resto del centrosinistra piuttosto che ricomporsi sembra essersi allargata a dismisura fino ad apparire insanabile, soprattutto leggendo tra le righe della nota dei dem, l’ultimo capoverso, dal tenore quasi minaccioso: «Assieme alle altre forze politiche democratiche valuteremo le iniziative più utili alla città ed alla democrazia», è scritto. Cosa significa? Appoggio esterno o nemmeno quello? Un messaggio a Falcomatà facendo balenare l’ipotesi di un ritorno alle urne (l’accenno alla democrazia)? Chissà. Per capirlo non resta che attendere una interpartitica del centrosinistra che secondo fonti accreditate dovrebbe essere convocata tra lunedì e martedì. Come finirà sarà tutto da vedere, al momento gli analisti su una cosa non scommetterebbero: sulla “ricucitura” tra il sindaco e i suoi (ex?) alleati.
C’è altissima tensione, dunque, in riva allo Stretto e nubi nere sul tetto di Palazzo San Giorgio, nubi che si addensano al fondo di una stagione comunque molto complicata nei rapporti tra Falcomatà e il centrosinistra e soprattutto tra Falcomata e il suo Pd. Rapporti già messi a dura prova quando Falcomatà, sospeso per la vicenda Miramare, ha puntato come facenti funzioni su Paolo Brunetti al Comune e Carmelo Versace alla Città Metropolitana, con grande disappunto da parte del Pd visto che Brunetti si è accasato con Italia Viva e Versace con Azione. Rapporti mai pienamente ritornati su binari sereni, evidentemente, e ora ridotti praticamente a zero o quasi. Uno “strappo” che ovviamente surriscalda pesantemente il clima di tutto il Pd perché è evidente che la vicenda di Reggio Calabria non è e non può essere puramente e semplicemente territoriale. Basti pensare al ruolo di mediazione – del tutto inutile, visto com’è finita – svolto dalla segreteria nazionale della Schlein con i suoi “dioscuri” Taruffi e Baruffi, in contatto con Irto, che ovviamente vive la situazione con intensità superiore, essendo Reggio la sua città. Ma ovviamente – sostengono diversi osservatori – chi si gioca un bel po’ del suo futuro politico, visto che non è un mistero la sua legittima ambizione alla guida della Regione, è Falcomatà, la cui navigazione al timone di una Giunta ancora incompleta e invisa praticamente a tutti rischia di diventare un’odissea senza lieto fine. (a. c.)
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