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Cgil Pollino Sibaritide Tirreno: «Sul Mezzogiorno il governo non ha una strategia»

Approvato il documento presentato all’assemblea generale dalla segreteria della camera del lavoro territoriale su Zes Investimenti e Baker Hughes

Pubblicato il: 07/01/2024 – 20:05
Cgil Pollino Sibaritide Tirreno: «Sul Mezzogiorno il governo non ha una strategia»

«Il 1 luglio 2020 il comitato direttivo della Cgil Calabria approvava le proposte per lo sviluppo ed il lavoro della Regione Calabria ritenendo necessario intervenire ed agire a sostegno di un nuovo modello di sviluppo. Per costruire un nuova Calabria, si legge nel documento al punto 3, servono una serie di interventi atti a dotare la Calabria di misure di crescita ed occupazione attraverso un «piano di investimenti pubblici con le partecipate pubbliche nelle aree di competenza Zes con rilocalizzazioni, riconversioni e allocazioni di filiere produttive, alla luce della fragilità del sistema produttivo emerso nell’emergenza Covid-19 e che anche alla luce dell’emergenza sanitaria, sociale ed economica, serve richiedere per la nostra Regione il riconoscimento di “Area di crisi industriale complessa”, per poter essere destinataria dei relativi benefici”. Tutto ciò a seguito della istituzione (Dpcm del 11/5/2018) della Zes Calabria voluta e proposta dalla nostra organizzazione che oggi è sostituita dalla Zes unica del mezzogiorno su cui si ribadisce il giudizio negativo. Cancellare le otto Zes esistenti nel Paese per istituirne una unica è come non averne nessuna». È quanto affermano Giuseppe Guido (in foto), Andrea Ferrone e Maria Bruno nel documento approvato all’unanimità il 5 gennaio scorso dalla assemblea generale della Cgil Pollino Sibaritide Tirreno. «Il Governo – riporta il documento – dimostra di non avere una strategia per il Mezzogiorno e non ha intenzione di risolverne la crisi sociale danneggiando l’intero Paese che avrebbe bisogno, invece, di ridurre disuguaglianze e divari territoriali e di rilanciare le aree più svantaggiate. Nelle scorse settimane abbiamo registrato, oltre ai mancati investimenti pubblici, anche il disimpegno di importanti società partecipate pubbliche che hanno deciso di non investire in Calabria. L’esempio più eclatante è quello di Enel che rinuncia ad un finanziamento Pnrr per la riconversione ad idrogeno della centrale in dismissione di Corigliano Rossano. Tutto questo avviene nel silenzio della Giunta Regionale distratta dal ricercare improbabili giustificazioni per lo scellerato progetto della autonomia differenziata e per il finanziamento, a danno dei calabresi, del ponte sullo stretto. L’assemblea generale della Cgil Pollino Sibaritide Tirreno, nel ribadire la necessità di una visione strategica e di una politica industriale che coinvolga anche i grandi gruppi nazionali a carattere pubblico, ritiene che l’investimento proposto dalla Baker Hughes, con fondi privati, e che coinvolge il porto di Corigliano Rossano sia una opportunità da cogliere. L’investimento proposto può, dentro un percorso di pieno coinvolgimento del territorio, vincere la sfida della compatibilità tra una moderna industria, l’ambiente, la tutela della salute e le vocazioni locali a partire da pesca e turismo. Si ritiene utile e necessario instaurare da subito un confronto di merito tra il sindacato confederale, l’azienda, l’autorità di sistema portuale e l’amministrazione comunale di Corigliano Rossano improntato sulla chiarezza e la trasparenza, per fugare eventuali dubbi, ragionare di prospettive occupazionali e formazione, coinvolgere il territorio e raccontare, così, una narrazione veritiera dell’investimento proposto senza posizionamenti elettorali – conclude il documento – e senza inutili allarmismi spesso utili solo per tornaconto personale di qualcuno».

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