COSENZA Miliardi di messaggi e conversazioni scambiati tra terroristi islamici, ma anche da presunti appartenenti al clan di ‘ndrangheta Abbruzzese-Forastefano attivi nella Sibaritide. La piattaforma SkyEcc, una rete di comunicazione canadese sulla quale si poggiavano i criptofonini hackerati in Francia nel corso dell’inchiesta che ha sgominato una organizzazione dedita al narcotraffico internazionale ed intercontinentale, è stata “bucata” in più di un’occasione ma che continua a dare problemi – in sede giudiziaria – per alcuni capi di imputazione. Fra tutti, l’associabilità tra i criptofonini e i loro effettivi proprietari. Ed è proprio su questo che si stanno moltiplicando i ricorsi degli avvocati difensori.
Così come in Gentlemen 1 anche in Gentlemen 2 la svolta nelle investigazioni era arrivata dalla decrittazione del sistema di comunicazione usato da clan e intermediari. A fine novembre – riporta oggi Gazzetta del Sud – era tornata in discussione la posizione di Fiorello Abbruzzese. La sesta sezione penale della Cassazione, accogliendo il Ricorso presentato dagli avvocati Enzo Belvedere ed Alessandro Diddi, aveva annullato con rinvio al Riesame di Catanzaro sui capi 4 (importazione di 50 chilogrammi di cocaina) e 9 (acquisto dall’estero di armi). Poi ci sono stati i successivi ricorsi di Pasquale Forastefano, difeso dagli avvocati Pasquale Di Iacovo e Cesare Badolato, al quale a inizio dicembre, sempre la Cassazione, aveva annullato con rinvio per nuovo esame tutti e nove i capi d’accusa contestati all’indagato e di Rosario Giovanni Fuoco, originario di Campana, ma da oltre un trentennio stabilmente residente in Germania, accusato di aver fornito appoggi logistici in terra tedesca alla sibarita. Anche per lui ricorso accolto con rinvio in Cassazione: nei suoi confronti dovrà ricelebrarsi un nuovo giudizio davanti al Tribunale del riesame.
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