«Sarebbe molto interessante disquisire con Matteo Salvini di infrastrutture calabresi e siciliane. Domani il ministro raggiungerà comodamente Reggio Calabria per un convegno sul tema “ponte” all’Università Mediterranea e noi lo avremmo invitato a farlo possibilmente in auto, lungo la famigerata “strada della morte”, la statale 106 jonica. Potrebbe raggiungere Taranto e da lì percorrere i 491 chilometri fino a Reggio Calabria, facendo tappa – però – in ognuna delle centinaia di lapidi disseminate lungo il percorso».
È quanto dichiarano i coordinamenti regionali di Europa Verde Calabria e Sicilia. «Accompagnando il “capitano”, gli mostreremmo le dinamiche di ognuno degli incidenti (causati da una strada insicura, il alcuni tratti larga sei metri) che hanno strappato via centinaia di vite, molte delle quali costrette a spostarsi per recarsi sul posto di lavoro o per studiare. Giunto a Reggio lo faremmo imbarcare per poi circumnavigare la Sicilia con la stessa litania».
«Il ritorno, il ministro Salvini, potrebbe programmarlo “comodamente” in treno, magari attraverso la Sicilia orientale prima e poi la ferrovia jonica, strade ferrate rimaste ai tempi di Vittorio Emanuele II. Il capo del dicastero alle Infrastrutture, si renderebbe così conto, e potrebbe toccare con mano qual è lo stato dell’arte delle strade e delle ferrovie calabresi e siciliane prima di parlare di ponte, un’opera contro cui ci opponiamo fermamente ed assolutamente inutile se non da sbandierare come pennacchio di una grandeur che non esiste».
«E per dimostrare la nostra contrarietà annunciamo una manifestazione di protesta per dire no al ponte e sensibilizzare sulla necessità di realizzare subito la “nuova” statale 106 Jonica, ricordando le ultime quattro vittime di Montepaone», concludono i due coordinamenti regionali di Europa Verde.
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