CATANZARO I giudici del Tribunale di Catanzaro (Sezione Misure di Prevenzione) hanno rigettato la proposta di confisca, avanzata dalla Dda di Catanzaro, nei confronti degli eredi di Antonio Ribecco, già indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’operazione “Malapianta – Infectio” e deceduto nel 2020 nella Casa Circondariale di Voghera per contagio da Covid-19. Al centro del sequestro disposto in via d’urgenza erano stati numerosi immobili a San Leonardo di Cutro e a Perugia, oltre a libretti, conti correnti bancari e un Hotel Ristorante, che ora ritornano nella disponibilità dei legittimi proprietari. Secondo la proposta, sostenuta sulla base di una articolata e complessa attività di indagine patrimoniale della Polizia Giudiziaria, i beni sequestrati agli eredi e ad alcuni soggetti terzi, anche loro destinatari della misura, erano in realtà da considerarsi provento di attività illecita e nella disponibilità indiretta di Ribecco, oltre che sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati dai singoli intestatari formali.
Di diverso avviso il collegio dei difensori, composto dagli avvocati Luigi Falcone, Francesco Iacopino e Tiziano Saporito, i quali, con l’ausilio di indagini difensive e di una corposa e documentata consulenza tecnico-contabile, a firma di Ercole Antonio Palasciano, hanno dimostrato, per ogni cespite in sequestro, «la liceità delle acquisizioni patrimoniali e l’effettività della titolarità del bene in capo al singolo assistito». Il Tribunale ha così accolto integralmente le deduzioni della difesa degli eredi del proposto e dei terzi interessati, respingendo in toto la proposta di prevenzione patrimoniale avanzata nei confronti degli eredi di Ribecco Antonio, con restituzione in favore dei legittimi titolari dei beni e dei rapporti finanziari, bancari e postali in sequestro. (Gi. Cu.)
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