VIBO VALENTIA «Repressione, prevenzione e, soprattutto, non smettere mai di parlare di ‘ndrangheta». Ospite del liceo statale Vito Capialbi, il colonnello Luca Toti, comandante provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia, ha indicato agli studenti «le tre strade per la lotta alla criminalità organizzata». L’iniziativa, organizzata dagli alunni dell’istituto insieme a Libera, si è svolta nell’ambito della settimana dello studente con la presenza, oltre che dell’Arma, anche del referente regionale di Libera Giuseppe Borrello e del giornalista Mimmo Famularo. L’incontro è stato moderato da Giada Belvedere, Annalisa Lo Bianco e Carla Porcelli, tutte studentesse dell’istituto Capialbi. In apertura, il dirigente scolastico Antonello Scalamandrè ha sottolineato l’importanza di insegnare nelle scuole «il valore della legalità», tema scelto per la giornata.
«Quelle vibonesi sono tra le strutture di ‘ndrangheta più pericolose d’Italia e d’Europa». Il colonnello Toti parte raccontando la sua esperienza nella lotta alla criminalità, da Scampia a Torre Annunziata, prima di passare ad un’analisi del contesto criminale della provincia. Sottolineando «il grande potere criminale» delle ‘ndrine vibonesi, ha aggiunto: «La ‘ndrangheta oggi è sicuramente, se non la prima, una delle associazioni criminali più potenti». Subentrato al Colonnello Bruno Capece a fine 2022, però, ha trovato a Vibo delle forze dell’ordine di alto livello che la contrastano. «Parliamo di ragazzi giovani che si sono arruolati e oggi coraggiosamente combattono la ‘ndrangheta». Sul futuro della criminalità organizzata il Colonnello cita Giovanni Falcone. «È un fenomeno umano e come tale avrà una fine», soprattutto se si seguono le tre strade per la lotta alla criminalità. Oltre alla repressione e alla prevenzione, «il modo più importante è parlare di mafia e di ‘ndrangheta senza abbassare la testa. Per combattere la mafia non bisogna arretrare, ma andare sempre avanti».
A margine dell’incontro, il colonnello ha tirato le somme del suo primo anno da comandante della stazione provinciale di Vibo Valentia. «Un bilancio molto positivo» ha detto ai microfoni del Corriere della Calabria. «Ci siamo mossi in tre direzioni». La prima è sicuramente quella del contrasto alla criminalità organizzata. «Il lavoro e le indagini di questi anni, insieme alle altre forze dell’ordine, hanno portato alla disarticolazione di strutture di ‘ndrangheta e, soprattutto, a capire i rapporti con i cosiddetti colletti bianchi. Molto è stato fatto, ma sicuramente c’è ancora molto da fare». Bilancio positivo anche per quanto riguarda la prevenzione dei reati. «Abbiamo lavorato per la sicurezza del cittadino, anche tramite l’organizzazione di pattuglie a piedi nei comuni più grandi della provincia». La terza via è quella della cultura preventiva e «della vicinanza ai giovani». «Le istituzioni hanno l’obbligo di stare in mezzo ai ragazzi per far capire come noi tutti rappresentiamo lo Stato. La lotta alla ‘ndrangheta e all’illegalità diffusa si fa soprattutto con un cambio di mentalità». Giornate e incontri dedicati alla legalità, come quello di oggi, «sono fondamentali per inculcare nei giovani la cultura del rispetto delle regole». (redazione@corrierecal.it)
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