COSENZA «Apprendiamo con piacere che il segretario Pecoraro, tra molte mielose parole rivolte alle anime e animelle del Pd, prende finalmente in carico la richiesta di trasparenza che gli abbiamo rivolto su conti e procedure decisionali interne. Peccato che rinvii ad una commissione indipendente, inventata ad hoc, l’esame di tale segreta documentazione, in spregio agli organismi da lui stessi insediati e cioè il comitato di tesoreria e la direzione provinciale». Torna allo scoperto, dopo le polemiche dei giorni scorsi in pieno caos del Partito democratico cosentino, l’associazione politico-culturale Controcorrente.
Per i dem che fanno capo ad Antonio Tursi «i documenti secretati dal segretario devono essere resi disponibili a questi organismi, competenti per statuto, e a ciascuno dei suoi membri, per fugare ogni dubbio sulla condotta adottata in occasione della stesura e dell’approvazione del bilancio. Ci auguriamo che nello sforzo mediatico di questi giorni per rimanere ancorato alla sua poltroncina, Pecoraro possa rendere disponibili questi documenti. Ne guadagnerebbe la sua figura, al di là della sua permanenza o meno come segretario».
Poi un passaggio sul «richiamo generale che Pecoraro fa al senso di responsabilità. Qui i casi sono tre. In primo luogo, avrebbe senso un tale richiamo qualora ci fosse un partito vivo e vegeto. Ma non ci pare ci sia più un partito in provincia di Cosenza (basti pensare che ad una conferenza dei segretari convocata recentemente da Pecoraro si sono presentati appena una decina su 80 presidi dichiarati e neppure tutti assai teneri con il segretario). Di fatto, un richiamo della foresta, dopo che la foresta è già bruciata da tempo. In secondo luogo, sempre se ci fosse ancora un partito di cui fosse la guida effettiva, un segretario che si autosospende prima di una direzione politica, avrebbe ricevuto un biglietto solo andata per la fresca Siberia. In terzo luogo, responsabilità viene dal latino e significa rispondere dei propri comportamenti e dei risultati raggiunti, in base a questi, spiegare perché per le elezioni provinciali non si sono varate più liste, quali criteri per la composizione dell’unica lista, come mai abbiamo raccolto il consenso di soli 288 amministratori (contro gli oltre 650 che hanno votato a sinistra solo due anni prima). Una vera catastrofe elettorale, rivenduta da Pecoraro come una quasi vittoria per non aver consegnato 12 seggi su 12 al centro destra».
Per Controcorrente «restano ancora da spiegare la sconfitta di Nociti come candidato presidente e la mancata elezione di un deputato cosentino in Parlamento: scelte compiute dai maggiorenti che oggi rimangono a sostegno del loro segretario e senza i quali non solo riesce difficile immaginare un proseguimento della sua esperienza, ma finanche una raccolta firme per la sua paventata ricandidatura. Insomma, se ci fosse spazio per la responsabilità avremmo già preso atto delle dimissioni del divisivo Pecoraro e non assisteremmo al tentativo di raccattare qualche delegato in assemblea per garantire la propria sopravvivenza politica. Ma – ahinoi – questi sono i tempi, questi i personaggi», conclude l’associazione di area Pd.
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