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Iannello scrive a Giovinazzo: «Malcontento sociale sui tributi consortili»

La presidente di Federconsumatori Calabria Aps chiede un incontro al Commissario Straordinario del Consorzio di Bonifica

Pubblicato il: 11/01/2024 – 13:37
Iannello scrive a Giovinazzo: «Malcontento sociale sui tributi consortili»

CATANZARO La presidente di Federconsumatori Calabria Aps Mimma Iannello ha scritto al Commissario Straordinario del Consorzio di Bonifica della Calabria Giacomo Giovinazzo con la richiesta di un incontro urgente. «L’associazione di Consumatori e Utenti – scrive Iannello – è impegnata da tempo nell’offrire informazione e tutela agli utenti destinatari del pagamento di tributi consortili e per richiamare la politica all’urgenza di aprire un tavolo di confronto per giungere, unitamente alla riforma dei Consorzi che ha portato alla LR 39/2023, ad una riforma “socialmente sostenibile” delle principali fonti di finanziamento: i tributi consortili. Da tempo, invano, Federconsumatori ha avanzato richiesta di incontri all’Assessorato competente e di audizione alla VI° Commissione. Nel frattempo, a sostegno di tale richiesta, ha raccolto centinaia di firme in tutta la Regione.
Fin qui, oltre al mancato ascolto della voce della rappresentanza degli Utenti, né l’impianto normativo dato dalla L.R. 39/2023 né il nuovo Statuto del Consorzio di Bonifica della Calabria approvato il 31.12.2023, sono intervenuti sul tema dei tributi consortili  che anzi, riportano pedissequamente nella loro articolazione quanto già contenuto nella normativa regionale come se la storia di questi anni non avesse posto il tema di quanto i cittadini della Calabria possano sostenere l’iniquità di balzelli consortili in assenza di reali servizi ricevuti. Ad oggi, il sistema di contribuzione della Calabria a cui legati gli ex Consorzi, è lontanissimo dalle migliori esperienze che si registrano nel resto del Paese improntate al riconoscimento dei diritti dei contribuenti. Com’è noto – prosegue Iannello nella sua missiva – l’applicazione dei tributi consortili è incardinata su norme anacronistiche che hanno generato nel tempo numerose pronunce delle Commissioni tributarie provinciali e della giurisprudenza a favore di contribuenti ricorrenti che contestano l’applicazione del tributo in assenza di benefici diretti e specifici sui propri beni agricoli ed extra agricoli. Ciò nonostante, si perpetuano gli abusi. E’ altrettanta nota alla S.V. che ha assunto la difficile sfida e funzione di attuazione della neo riforma, la condizione in cui hanno versato da anni i disciolti Consorzi e lo scollamento che hanno generato tra il loro operato ed i cittadini vessati dai tributi. Da anni, non solo la condotta generale degli Enti, ma le sotto-dotazioni organiche hanno evidenziato la loro impossibilità oggettiva di assolvere alla funzione di tutela e salvaguardia ambientale del territorio posta a imposizione. Un vero abuso che ha portato i cittadini a sostenere Consorzi rivelatesi fallimentari dal versante della tenuta finanziaria, occupazionale e sociale. In questo scenario, il nascente Consorzio di Bonifica della Calabria, oltre agli obiettivi generali di rilancio e buon funzionamento, è chiamato a ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini nella trasparenza e nell’equità dei criteri di imposizione tributaria.  Non è sopportabile che i cittadini-contribuenti, per affermare i loro diritti debbano caricarsi dei costi annuali del ricorso che in molti casi costituisce un deterrente all’azione di rivalsa verso l’ente impositore. Una vera trappola sociale che perpetua ingiustizie, abusi e vessazioni. A ciò si aggiunge che molti cittadini, inconsapevoli finanche di essere contribuenti dei Consorzi di Bonifica, si trovano  in un limbo d’interpretazione della norma che discende anche dalla L.R. 7/2023 che ha aggiunto non poca confusione relativamente agli immobili extra agricoli, nel mentre, gli ex Consorzi continuano ad emettere ruoli su ruoli, le società di riscossione ad attivare fermi amministrativi e si perpetrano gravissimi vizi di forma nella strutturazione dei ruoli senza la piena contezza dei contribuenti di ciò che  viene loro richiesto e per quale reale beneficio. Una condizione che genera rabbia, indignazione e malcontento che colpisce le famiglie in una fase di rincari e difficoltà sociali diffuse. A tale malcontento si aggiungono le recenti dichiarazioni della Consigliera regionale di maggioranza P. Straface, che pur nell’apprezzabile intento di rassicurare i cittadini al non pagamento dei tributi per gli immobili ricadenti in area urbana, si discosta dalla norma dalla stessa voluta: se si  afferma che il tributo relativamente agli immobili extra agricoli ricadenti in aree urbane non è dovuto, e con effetti retroattivi, ciò deve risultare da una chiara direttiva che dev’essere assunta “urgentemente”  da ogni struttura consortile territoriale che, diversamente, sta emettendo i ruoli anche per gli immobili extra agricoli anche se questi insistono in area urbana, anche se già soggetti al pagamento dei tributi comunali ed anche se non ricevono benefici diretti. E’ evidente la confusione tra chi rilascia dichiarazioni pubbliche, il legislatore regionale, chi deve applicare il tributo o chi chiamato a tutelare i cittadini portatori degli effetti della norma considerato che la L.R. 7/2023 afferma che non sono soggetti a tributo consortile gli immobili extra agricoli ricadenti in area urbane purchè non ricevano “benefici diretti e specifici” senza aver chiarito in concreto “nulla” di quanto era già nella norma. Dunque, mantenendo la volontà condivisa di esentare gli immobili extra agricoli in area urbana dall’assoggettamento al tributo, occorre giungere ad un chiarimento cogente che renda esigibile la norma nella piena chiarezza, e senza dubbi interpretativi o di contenziosi si dica che: tutti gli immobili extra agricoli ricadenti in area urbana sono esentati dal pagamento del tributo consortile ad eccezione di quanti scaricano nei canali consortili o ricevono un diretto servizio idrico. Non aiuta, diversamente, che esponenti politici di rilevanza dichiarino pubblicamente che sono interessati gli immobili che pagano i tributi comunali. Ci sono forse immobili non assoggettabili a tributi comunali? E poi, cosa s’intende per tributo comunale? S’intendono tutti o solo l’IMU che grava solo su alcune abitazioni. Ciò a dimostrazione della confusione che generano certe dichiarazioni. Inoltre, se la norma (la LR 7/2023) come si dichiara, ha effetti retroattivi, quale sistema di rimborsi è previsto per i contribuenti che hanno già versato il tributo? Entro quali tempi con quali modalità sono effettuati i rimborsi?
Occorre poi svincolare gli immobili agricoli ed extra agricoli, in area urbana ed extra urbana, dall’applicazione del generico “codice 1H78” e alla sua natura riportata sui ruoli di beneficio generale. Non si può pagare un tributo sol perché un Ente esiste. E’ davvero troppo. I cittadini devono poter misurare con i loro occhi i vantaggi che ricevono sulle loro proprietà senza dover ricorrere a tecnici o perizie.  Sappiamo che nella gran parte di case e terreni non è mai arrivata la mano dei Consorzi e dove si accampa la manutenzione di canali consortili questi sono quasi tutti e da anni abbandonati all’incuria ed alla crescita di alberi e sterpaglie.
Insomma, si è in presenza di un agire indiscriminato e imprudente che in assenza di chiarimenti è destinato a moltiplicare contenziosi e morosità e aggravare la sfiducia anche verso il nuovo Consorzio unico.
Pertanto – conclude Iannello –, sottintesa la comune aspettativa a che venga risanata e rilanciata la funzione consortile, si sollecita un celere incontro per dare ai cittadini il concreto segnale che si lavora, contestualmente, anche nella direzione di un sistema impositivo consortile equo, trasparente, commisurato ai servizi erogati, con standard di efficienza e qualità supportate da Carte dei servizi ed organismi extra giudiziali di composizione delle controversie e,  alle esigenze di crescita sociale e produttiva dei territori».

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