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«Le mafie danno lavoro». La provocazione di De André (che non fu capita) nell’ultimo concerto in Calabria

25 anni fa moriva il cantautore genovese. Nell’agosto del 1998 una sua frase scatenò numerose polemiche

Pubblicato il: 11/01/2024 – 13:01
«Le mafie danno lavoro». La provocazione di De André (che non fu capita) nell’ultimo concerto in Calabria

COSENZA 25 anni fa oggi moriva Fabrizio De André, il più grande cantautore italiano di sempre. Se lo portò via un tumore, non aveva neanche 60 anni. Forse non tutti ricordano che il suo ultimo concerto lo tenne in Calabria, a Roccella Jonica, il 13 agosto del 1998. Fu proprio durante le prove di quell’evento che iniziò a patire dei forti dolori al torace e alla schiena dai quali poi, dopo essersi sottoposto a specifici esami medici, gli venne diagnosticato un carcinoma polmonare.
Quella sera del 13 agosto, però, De André lasciò il segno, e non solo grazie alle sue canzoni. Parlando con il pubblico del teatro di Roccella (più di tremila le persone presenti), De André lanciò una provocazione che nessuno tra media locali e nazionali, riuscì a cogliere nel suo significato più profondo. «Se nelle regioni meridionali – disse in quella circostanza il cantautore genovese – non ci fossero queste espressioni di criminalità organizzata, probabilmente la disoccupazione sarebbe molto più alta. Il tasso di disoccupazione sarebbe superiore almeno del 10 per cento senza le tre organizzazioni mafiose (‘ndrangheta, camorra, e mafia, ndr)». Parole che, come anticipato, scatenarono una serie di reazioni anche da parte di sponenti politici e sindacali nazionali. L’allora sindaco di Roccella Jonica Giuseppe Certomà disse di avere «molti dubbi che la ‘ndrangheta possa creare lavoro. Penso che chi ha una coscienza democratica e civile non possa che respingere questa equazione». Persino il musicista e showman Renzo Arbore criticò De André: «Mi dispiace per il mio amico Fabrizio, ma ha detto una cosa sbagliata, è caduto in un luogo comune degli anni Settanta. ‘Ndrangheta, camorra e mafia sono i peggiori nemici della crescita del Sud».
Lo stesso De André fu poi costretto a spiegare in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera che si trattava di una delle sue «consuete provocazioni. Volevo dire che paradossalmente la criminalità organizzata diminuisce il tasso di disoccupazione. In realtà accanto alle organizzazioni criminali più vistose metto anche quelle che io chiamo spa/ad cioè Società per azioni a delinquere, cioè quelle dalle tante attività apparentemente lecite dietro alle quali si muovono affari loschi e sulle quali nessuno si è mai sognato di indagare. Ecco probabilmente senza queste arriveremmo addirittura al cinquanta per cento della disoccupazione. Insomma il sommerso e l’illecito sono da una parte il nostro dramma e dall’altra attenuano in qualche modo il problema della disoccupazione. Questo dovrebbe far riflettere sull’assenza dello Stato in certi territori». (fra.vel.)

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