ROMA «Prima dell’avvento dell’attuale presidente le carceri erano fuori controllo. I boss delle varie organizzazioni criminali uscivano ed entravano quando volevano». Lo spiega, in un’intervista alla Stampa, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri parlando della situazione in Ecuador e aggiungendo che nel Paese «ora qualcosa sta cambiando. Il caos di questi giorni è legato a un cambiamento di passo che prevede l’estradizione dei detenuti stranieri e il trasferimento dei boss del narcotraffico nelle carceri di massima sicurezza». «L’Ecuador è il terzo Paese al mondo per sequestri di cocaina, dopo Colombia e Stati Uniti – afferma Gratteri – È incuneato tra Colombia e Perù e dai tempi dei cartelli colombiani garantisce la spedizione di ingenti partite di cocaina destinate al Nord America e all’Europa». Il procuratore di Napoli spiega che «negli ultimi cinque-sei anni» è stato «notato un numero maggiore di carichi sequestrati in Italia provenienti da lì e un’attenzione particolare da parte di clan albanesi che sono andati a vivere nella zona portuale di Guayaquil». E sul fatto che sia ancora la ‘Ndrangheta il principale interlocutore dei narcos, anche ecuadoriani, sottolinea: «Assolutamente e con le maggiori organizzazioni criminali del luogo».
Proprio ieri il Corriere della Calabria attraverso un’inchiesta aveva approfondito gli aspetti legati ai traffici di droga dall’Ecuador all’Europa, passando anche dal porto di Gioia Tauro, sotto la “protezione” delle cosche di ‘ndrangheta.
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