AOSTA «L’educazione alla legalità necessità di un’informazione precisa e competente. In passato, il nostro Paese ha scelto di raccontare il fenomeno mafioso, rimuovendolo. Una narrazione, vincente fino ai primi anni ’80, che teorizzava l’inesistenza di un’organizzazione mafiosa. Questa cultura acquiescente ha provocato una delle più grandi tragedie della storia del nostro Paese: l’offensiva di Cosa nostra contro lo Stato dal 1979 al 1993». E’ quanto dichiara Nando Dalla Chiesa, uno dei massimi esperti italiani in tema di criminalità organizzata, intervenuto ad Aosta all’incontro pubblico “Educazione alla legalità: dai Giovani ambasciatori alla comunità”. «La presenza delle mafie – ha osservato il presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, Alberto Bertin – non è più un fenomeno relegato alle loro terre di origine: da nord a sud, riguarda tutti noi e va anche oltre i confini degli Stati. In Valle d’Aosta la presenza della ndrangheta è un fatto ultradecennale che, di recente è stato accertato anche giudiziariamente con una sentenza definitiva. È un problema di tutti e ognuno di noi può e deve fare la sua piccola parte. In questo senso, i nostri neo ambasciatori rappresentano una risorsa importante per la comunità».
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