LOCRI «Se abbiamo sbagliato dobbiamo anche pagare, non andremo a fare ricorsi su ricorsi, se viene fuori che c’è stato un errore sanitario, e purtroppo chi lavora sbaglia, l’Azienda farà il suo dovere. La morte di un ragazzo di 24 anni è un grande dolore. Colgo l’occasione per portare la vicinanza alla famiglia di questo ragazzo. Spero sempre che non ci sia stato l’errore, ma sicuramente qualcosa è successo, le ore di attesa già sono un indicatore molto importante. La magistratura accerterà quanto avvenuto». Il direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia commenta così la morte sospetta di Vishal Kumar, il giovane di origini indiane morto lo scorso 28 dicembre all’ospedale di Locri, dopo dieci trascorse al pronto soccorso in attesa di essere visitato. Il 24enne è giunto presso il nosocomio accusando forti dolori addominali. La prima ipotesi, secondo quanto trapela, è che possa essere morto per un’occlusione intestinale. Dopo il decesso, a seguito di una lunga attesa al pronto soccorso e infine il ricovero nel reparto di Chirurgia – quello di Gastroenterologia era infatti chiuso a causa della carenza di personale – i familiari hanno sporto denuncia e la Procura di Locri ha aperto un’inchiesta. «Dobbiamo sicuramente migliorare», ha aggiunto Di Furia parlando della capacità assistenziale e sottolineando che l’ospedale di Locri è «un posto che merita rispetto».
«Se non avessimo fatto i concorsi questo ospedale sarebbe morto, abbiamo stabilizzato infermieri e portato professionisti», ha sottolineato di Di Furia che riguardo a 25 letti arrivati in ospedale ma che risultano ancora inutilizzabili, ha spiegato: «Alcuni di questi letti a Locri sono lievemente più ampi e non entrano nel montacarichi, ne acquisteremo altri leggermente ridotti di dimensione». «Ogni volta che si firma un atto in quell’azienda si ha paura, però noi non ci siamo fermati e stiamo andando avanti, abbiamo fatto delle cose di cui nessuno parla», ha aggiunto il direttore generale dell’Asp che ha poi rivolto un vero e proprio appello al personale: «L’azienda sta lavorando come un’azienda sempre di più con uno spirito di squadra, purtroppo qualche volta lo spirito di squadra si rompe perché fare lo scoop aiuta. Ai professionisti che lavorano a Locri, visto che stiamo parlando di Locri, dico che quando trovano qualcosa che non funziona, siano proattivi nel metterla a posto, non facendo la foto e postandola, perché non si risolvono i problemi in questo modo. Questo è l’ospedale dei cittadini e se funziona, funziona per loro e per tutta la cittadinanza». (m.ripolo@corrierecal.it)
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