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Pd Cosenza, la Commissione di garanzia richiama gli iscritti: «Non è pervenuto alcun esposto o ricorso»

L’organismo presieduto da Salvatore Perugini ha appena finito di riunirsi: è la prima parola ufficiale sul caso delle presunte firme di sfiducia al segretario provinciale Vittorio Pecoraro

Pubblicato il: 12/01/2024 – 18:45
di Eugenio Furia
Pd Cosenza, la Commissione di garanzia richiama gli iscritti: «Non è pervenuto alcun esposto o ricorso»

COSENZA Pd Cosenza, la Commissione di garanzia richiama gli iscritti: «Non è pervenuto alcun esposto o ricorso». E’ l’esito della riunione della Commissione di garanzia appena conclusasi. In un documento sottoscritto dal presidente Salvatore Perugini si fa chiarezza sulla notizia delle presunte firme (33, si diceva) con cui si sarebbe dovuto sfiduciare il segretario provinciale Vittorio Pecoraro.
La riunione è iniziata alle 17 in videoconferenza: erano presenti i componenti Maria Pia Funaro, Emanuela Mundo, Giovanna Oliverio, Laura Venneri, Andrea Chiappetta, Teodoro Calabrò e Pasquale Santoianni.
Sulle «recenti notizie di stampa circa l’interessamento e il coinvolgimento della Commissione chiamata ad assumere decisioni e delibere sui fatti che sarebbero accaduti all’interno del Partito democratico della provincia di Cosenza» – si legge nel documento – la commissione «precisa che non sono mai pervenute, nelle forme statutariamente previste, istanze, esposti, ricorsi e reclami da sottoporre alle valutazioni e deliberazioni della Commissione».
 Non solo: «Non esistono poteri ufficiosi della Commissione, se non quelli statutariamente normati» ed «esulano dai compiti e doveri istituzionali della Commissione attività e iniziative volte a dirimere questioni politiche, il cui vaglio è riservato agli organismi del partito».
Di qui l’invito a «iscritti, dirigenti eletti del Partito democratico della provincia di Cosenza ad evitare la divulgazione anonima e non riconducibile a singoli soggetti, di notizie e informazioni non corrispondenti alla realtà». E il richiamo a iscritti, dirigenti ed eletti del Pd «a un rigoroso rispetto del Codice etico che deve presiedere ad ogni forma di espressione del libero pensiero e di azione politica».
La Commissione provinciale di garanzia, infine, «ribadisce la totale disponibilità, come avvenuto per il passato, ad esaminare e decidere, nell’ambito delle proprie competenze, tutte le questioni che venissero sottoposte al suo esame nelle forme previste dalle norme vigenti».
Al netto della forma quasi notarile per come compete a un organismo come la Commissione di garanzia, si tratta di un passaggio – formale, appunto – non da poco, dopo le polemiche e i “si dice” dei giorni scorsi, che avevano investito Pecoraro nelle ore appena seguenti all’assemblea di circolo tenuta il 4 gennaio nella sede di corso Mazzini.
Nel frattempo alcuni iscritti e l’associazione Controcorrente avevano contestato i vertici provinciali del Pd cosentino sulla gestione del partito oltre che sui conti (in realtà un ricorso sul bilancio da parte dell’associazione che fa capo ad Antonio Tursi è stato respinto a settembre dalla Commissione provinciale di garanzia e a novembre da quella regionale, in entrambi i casi per assenza di violazioni statutarie). Come dire: il documento di una pagina e mezzo licenziato stasera non lenisce i mal di pancia interni ai dem cosentini, ma intanto mette un punto di cui la base – e i vertici stessi – non potranno non tener conto nei prossimi sviluppi.

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