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LA DECISIONE

Reggio, incendio alla Corte d’appello: prosciolti tutti gli imputati – NOMI

La difesa: «Mancanza di elementi tali da rendere più che ragionevole la previsione di condanna in un eventuale dibattimento»

Pubblicato il: 12/01/2024 – 13:29
Reggio, incendio alla Corte d’appello: prosciolti tutti gli imputati – NOMI

REGGIO CALABRIA Il gup presso il Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Quaranta ha emesso sentenza di proscioglimento per tutti i reati contestati nei confronti degli imputati Carlo Florio (direttore tecnico dei lavori) difeso dagli avvocati Giuseppe Alvaro e Minniti Daniela, Paolo Abagnato (direttore operativo dei lavori) difeso dall’avvocato Giuseppe Alvaro, Salvatore Piperno (operaio addetto all’esecuzione dei lavori), Antonino Deodato (rappresentante dell’impresa di costruzioni) difeso dagli avvocati Stilo e Ceratti, Rosario Marino, difeso dall’avvocato Daniele Latella.

L’incendio e le accuse

In particolare l’ufficio di procura aveva richiesto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati che rispondevano a vario titolo e in concorso tra di loro del reato di incendio – e di violazione di normative in tema di sicurezza sul lavoro –  sviluppatosi, presso la Corte d’appello di Reggio Calabria, a seguito dei lavori di riparazione che erano stati commissionati per la messa in sicurezza della parte superiore dell’immobile. Secondo l’accusa vi sarebbero state dell’omissioni di controllo e vigilanza nonché errori tecnici durante la riparazione del tetto (guina a caldo a contatto con materiale legnoso) che avrebbero determinato l’innesco dell’incendio rendendo inagibile parte dell’immobile in cui ha sede la Corte d’Appello di Reggio Calabria.

La decisione

«Avverso questa impostazione accusatoria, il collegio difensivo, con copiosa documentazione e con un’articolata consulenza di parte, ha posto in luce la lacunosità dell’impostazione accusatoria e soprattutto la mancanza di elementi tali da rendere più che ragionevole la previsione di condanna in un eventuale dibattimento». In particolare l’avvocato Giuseppe Alvaro e l’avvocato Daniela Minniti hanno evidenziato la possibilità di una «ricostruzione dinamica dell’incendio diversa da quella prospettata dall’accusa e di conseguenza l’assoluta genericità dei dati e degli elementi acquisiti dalla pubblica accusa certamente inidonei a far ritenere, per come prescrive ora la riforma Cartabia, l’esistenza nei confronti degli imputati di una ragionevole previsione di condanna».

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