ROMA A Milano ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra si sono federate in un unico consorzio mafioso. All’ombra della Madonnina, esponenti apicali delle tre più importanti organizzazioni mafiose pianificano insieme affari e agganci con la politica. Una realtà al centro dell’inchiesta “La mafia a tre teste” di Giorgio Mottola con la collaborazione di Greta Orsi e Norma Ferrara, in onda domenica 14 gennaio alle 20.55 su Rai 3 per Report con Sigfrido Ranucci. Il sistema criminale negli ultimi anni è riuscito a infiltrare settori economici e finanziari strategici del territorio milanese, riuscendo a entrare in contatto con alcuni tra i politici lombardi più in vista di Fratelli d’Italia che attualmente ricoprono incarichi al governo e nelle istituzioni europee. Della cupola milanese trasversale alle tre mafie avrebbero fatto parte rampolli di antiche famiglie di cosa nostra lombarda, parenti stretti di Matteo Messina Denaro, capi delle locali di ‘ndrangheta ed emissari di un potente clan di camorra.
«“Vi apro la testa in due”: l’imprenditore di Abbiategrasso Errante Parrino ha reagito così alle nostre domande», scrive Report sui suoi canali social presentando la puntata di domani. «Che ad Abbiategrasso – prosegue Report – la mafia si sia da tempo radicata ne è convinta anche la Procura di Milano, secondo la quale, grazie ai rapporti diretti con la famiglia di Messina Denaro, Paolo Errante Parrino sarebbe diventato uno dei punti di riferimento del nuovo consorzio mafioso milanese. Una tesi a cui non ha creduto il gip del Tribunale di Milano che ha negato ai pm l’arresto di Errante Parrino. A suo carico, scrive testualmente il giudice, ci sono solo vicende bagattellari». (redazione@corrierecal.it)
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