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La “Grande Cosenza”, un altro passo avanti. Ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti

La fusione con Rende e Castrolibero torna al centro del dibattito politico. Due i quesiti per il referendum. Ma nella maggioranza ci sono resistenze

Pubblicato il: 14/01/2024 – 8:00
La “Grande Cosenza”, un altro passo avanti. Ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti

REGGIO CALABRIA Due sedute di commissione, entrambe in programma martedì 16 gennaio, la commissione Sanità e la commissione Ambiente. Riprende l’attività del Consiglio regionale dopo la pausa per le festività. Un ritorno alla normalità al momento abbastanza soft, per l’assemblea legislativa calabrese, attesa a un 2024 particolarmente intenso, anzitutto per il fatto che questo è l’anno del tagliando di metà legislatura, con il rinnovo dell’ufficio di presidenza e delle presidenze di commissione: uno step che secondo la maggior parte degli analisti sarà consumato dopo le Europee ma non manca chi in realtà vorrebbe anticiparlo già a febbraio, anche per non farlo coincidere con una tornata che sicuramente sprigionerà particolari tensioni, soprattutto nella maggioranza di centrodestra. Sul piano dei contenuti, per come riferito dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso in un’intervista al Corriere della Calabria, anche il 2024 potrebbe essere un anno di riforme: all’orizzonte dovrebbe esserci una nuova normativa sulla digitalizzazione con la creazione di una società in house della Regione, a quanto si apprende a breve potrebbe materializzarsi una proposta di legge targata Fratelli d’Italia. Si vedrà. Intanto, la prima delicata pratica che sicuramente si presenterà sul tavolo della politica calabrese e soprattutto della maggioranza di centrodestra sarà quella della cosiddetta Città unica frutto della fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero, tema che già ha creato parecchie fibrillazioni anche all’interno dello schieramento di governo.

I quesiti referendari

Secondo quanto si appreso da fonti di Palazzo Campanella, nei giorni scorsi ci sarebbe stato un passo avanti nell’iter, con la preparazione, da parte dei consiglieri regionali proponenti, di una nota nella quale si sarebbero indicati i due quesiti che dovrebbero confluire nel referendum consultivo obbligatorio da sottoporre alle popolazioni interessate: il primo riguarderebbe il sì o il no alla fusione, il secondo il nome della nuova città, e qui due sarebbero le opzioni scelte, o “Cosenza” o Cosenza-rende-Castrolibero”. La nota – si è poi appreso – dovrebbe essere acquisita agli atti nella prima riunione della prima Commissione del Consiglio regionale, la commissione Affari istituzionali, che potrebbe essere convocata entro la fine del mese. Lo step successivo dovrebbe essere la stesura della proposta di provvedimento di richiesta di indizione di referendum che dovrà essere approvata dall’aula.

I banchi del centrodestra in Consiglio regionale

I nodi politici

Ma i tempi in realtà, anzitutto per lo svolgimento del referendum, potrebbero non essere brevi, e qualche esponente della maggioranza avrebbe già fatto intendere di non essere per nulla d’accordo a una tornata referendaria prima delle Europee. Anche perché politicamente il tema della fusione cosentina non viaggerebbe liscio e spedito come sembrerebbe. Secondo diversi osservatori politici, a spingere sarebbe soprattutto Forza Italia, che non fa mistero di voler procedere quanto prima alla fusione con una posizione che ha l’imprimatur anche dell’area del governatore Roberto Occhiuto. In generale poi spingono i consiglieri regionali di centrodestra del Cosentino, con qualche distinguo, tra cui il vicepresidente del Consiglio regionale Pierluigi Caputo, di Forza Italia, e Luciana De Francesco, presidente meloniana della prima Commissione. Ma all’interno di Fratelli d’Italia non manca chi frena, sollecitando un maggiore coinvolgimento della cittadinanza e un valore più concreto al referendum: non sono un mistero le perplessità del senatore Fausto Orsomarso, perplessità che sarebbero condivise anche in parte del gruppo regionale, e anche la Lega avrebbe al proprio interno posizioni non del tutto sincronizzate. Ci sono poi resistenze anche territoriali, perché non c’è chi non vede come la nascita di una città unica come quella Cosenza-rende Castrolibero sia destinata a modificare sensibilmente gli assetti istituzionali della Calabria. C’è poi la questione Rende, il cui Comune oggi è sciolto per infiltrazioni della ‘ndrangheta. In più, c’è da capire anche l’atteggiamento del centrosinistra, che finora non si è di fatto espresso a livello collegiale. Insomma, tante questioni aperte destinate ad alimentare il dibattito nelle prossime settimane. (a. c.)

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