BARI Domani, 16 gennaio, in molte piazze d’Italia si terranno presidi contro la riforma dell’autonomia differenziata, che approda in Senato. La legge sull’autonomia differenziata approda in Aula al Senato e cento sindaci del Sud Italia, quasi tutti del centrosinistra e del M5s, aderiscono ad un appello proveniente dai senatori dei loro territori scendendo in piazza e annunciando la protesta davanti alle prefetture contro la riforma. Solo in Basilicata hanno aderito circa 60 sindaci su 131, a cominciare dal primo cittadino di Matera, Domenico Bennardi, del M5s. Hanno firmato il documento anche la sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo, Franz Caruso, sindaco di Cosenza, l’ex senatore Ernesto Magorno (Iv), primo cittadino di Diamante, Vincenzo Voce e Nicola Fiorita, rispettivamente sindaco di Crotone e di Catanzaro, solo per citare i Comuni più importanti. «Ogni sindaco che amministra la cosa pubblica nel Mezzogiorno – spiegano dall’associazione sindaci del Sud – sa quanto sia difficile garantire quello che chiedono i cittadini e ciò che servirebbe alle future generazioni in un contesto di totale difficoltà socio-economica e di gravi carenze amministrative. Con il regionalismo spinto non si creerebbe quella maggiore efficienza che il ministro Roberto Calderoli sbandiera per giustificare la sua proposta, il cui unico scopo, in realtà, è ridare peso alla Lega. Si determinerebbe, invece, un peggioramento delle condizioni dei municipi del Sud». «Si calcola – spiegano i sindaci – che la proposta di revisione del Pnrr ottenuta dal ministro Raffaele Fitto colpirà soprattutto le regioni del Sud, che subiranno un taglio di 7,6 miliardi, la metà dei 15,9 che si prevede di ridurre. Per non parlare dell’eliminazione delle Zes e dei 4,4 miliardi distratti dal fondo perequativo infrastrutturale in una nazione che sul piano delle ferrovie e delle strade è letteralmente tagliata in due, l’alta velocità al Nord, la grande lentezza al Sud». «L’autonomia differenziata – evidenziano i primi cittadini – rappresenterebbe il colpo di grazia e per questo noi sindaci del Sud chiediamo a tutti i senatori eletti nei nostri collegi di far sentire forte la loro voce di dissenso, in difesa della terra in cui sono nati loro stessi, i loro genitori e i loro nonni, i loro figli. Diversamente faremo conoscere alla popolazione chi si è sottratto a questo dovere morale». Da qui l’invito a tutti i sindaci meridionali «a far riflettere i propri referenti in Senato sulle responsabilità che si stanno assumendo e a scendere in piazza e sostenere le associazioni che stanno organizzando i presidi dinanzi alle Prefetture». (Ansa)
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