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Un piano contro gli “hacker” in Calabria

La Regione Calabria ricorre ad un piano per proteggersi da possibili “attacchi” degli “hacker”. Evita, così possibili “conflitti” che possono avere conseguenze anche devastanti. Si tratta di un pr…

Pubblicato il: 15/01/2024 – 9:06
di Franco Scrima*
Un piano contro gli “hacker” in Calabria

La Regione Calabria ricorre ad un piano per proteggersi da possibili “attacchi” degli “hacker”. Evita, così possibili “conflitti” che possono avere conseguenze anche devastanti. Si tratta di un programma riguardante la digitalizzazione chr, finanziato dalla “ciber sicurezza”, tende a rafforzare e garantire anche i sistemi usati dalla Regione a salvaguardia del “Csirt” che è la struttura che intercetta le minacce cyber. Il “progetto” potrebbe essere funzionale anche per la difesa degli uffici da possibili interferenze informatiche, soprattutto per la sicurezza degli atti.
Il piano approvato dalla Regione, oltre a rafforzare le capacità tecniche e di prevenzione degli uffici regionali, ha anche il potere di evitare qualsiasi tipo di incidente causato da attacchi cyber. L’assessore regionale Pietropaolo, promotore dell’iniziativa, ha voluto in tal modo rassicurare i calabresi avendo peraltro, come obiettivo il rafforzamento delle capacità tecniche degli uffici regionali. Si evitano così incidenti che potrebbero provocare conseguenze anche alla popolazione, stante che i conflitti informatici sono un rischio per gli effetti devastanti che provocano agli Enti e, di riflesso, ai cittadini.
L’assessore ha voluto sottolineare che le nuove capacità “cyber”, di cui la Regione si è dotata, sono rivolte anche alla crescita della digitalizzazione (oltre che alla “mappatura”) dei tesori trovati in mare che, complessivamente, sono novantanove mentre altri 23 sono stati segnalati recentemente. La Regione Calabria ha disposto interventi anche per queste opere d’arte che si trovano – secondo le segnalazioni – sui fondali dello Jonio tra i comuni di Casignana e di Riace, in provincia di Reggio Calabria. Le stesse acque nelle quali furono recuperate le statue bronzee dei due “guerrieri”, ora conservate nel Museo Archeologico di Reggio Calabria, riconosciuto tra gli istituti museali più prestigiosi presenti in Italia e, forse, anche rispetto ad altri sparsi nel mondo. L’ “area” calabrese, com’è noto, è considerata tra le più “fertili” del Paese. Il Che è motivo per la Regione di dare il “via libera” al programma del dipartimento “Sviluppo Economico e Attrattori Culturali” che riguarda interventi finalizzati a individuare beni archeologici sommersi lungo la costa Jonica.
Complessivamente sono 122 i siti in Calabria documentati su base bibliografica, 99 dei quali sarebbero in mare. L’iniziativa della Regione tende al recupero delle opere dell’antica Grecia che si andranno ad aggiungere alle “perle” che il museo di Reggio Calabria conserva. Tra essi “il gruppo dei Dioscuri” che scendono da cavallo, proveniente da Locri Epizefiri, nonché la testa in marmo di Apollo, rinvenuta nei “fondali” di Punta Alice (Cirò Marina), che richiama lo stile del grande Fidia. È un Patrimonio del quale, a giusta ragione, Reggio e la Calabria vanno fieri e che conservano con lo stesso amore che una madre ha per i suoi figli.

*giornalista

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