«L’autonomia è un’opportunità anche per il sud»

L’autonomia differenziata come un’occasione anche per il sud Italia. «Sì, nulla impedisce alla Puglia, alla Calabria, alla Campania di chiedere, una volta aperta la porta delle intese, più autonomia. Chi ha più gambe corre, poi vince chi ha quelle migliori», come spiega il costituzionalista Sabino Cassese in un’intervista a Repubblica. I critici delle riforma ritengono che grazie a Calderoli ci sarà un nord sempre più opulento e un sud più povero. «Se ciò accadrà dipenderà dall’incapacità delle regioni meridionali di sfruttare adeguatamente le risorse di cui dispongono – prosegue l’ex giudice della Corte costituzionale -, un problema che perdura dall’unità d’Italia». «Dico che collegando i Lep, i livelli essenziali di prestazione all’autonomia differenziata, Calderoli dà piena attuazione al dettato costituzionale: prestazioni uguali per tutti, in un secondo momento le intese per le differenziazioni», prosegue ancora Cassese. Il ministro Calderoli «non ha fatto altro che unire due riforme volute dal centrosinistra. E del resto ben 14 regioni avevano chiesto la differenziazione, tra cui l’Emilia-Romagna». L’autonomia differenziata secondo il giurista non sancirebbe la disunità d’Italia. «Quella c’è già, e non dipende certo da questa riforma. Da Roma a Milano in treno ci vuole circa la metà del tempo che ci mettiamo da Roma a Cosenza, che sono più vicine – conclude – Il Sud ha un terzo della popolazione ma occupa i due terzi del pubblico impiego. Si chiama fame di posti». (ANSA)