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Affari, finte onlus e contatti con la ‘ndrangheta: “anatomia criminale” della Curva Nord dell’Inter

Il “Fatto Quotidiano” rivela l’esistenza di una indagine sugli affari intorno allo Stadio San Siro e sul ruolo del parente di un narcotrafficante

Pubblicato il: 17/01/2024 – 12:03
Affari, finte onlus e contatti con la ‘ndrangheta: “anatomia criminale” della Curva Nord dell’Inter

MILANO Accessi abusivi allo stadio, bagarinaggio, parcheggi vip, legami con la politica ma anche con la ‘ndrangheta. Nell’odierna edizione “Il Fatto Quotidiano” parla di un’indagine avviata dalla Digos sulla realtà della Curva Nord dell’Inter e sugli affari che ruotano intorno a San Siro: “Anatomia criminale di una curva”, annota il “Fatto”. Secondo quanto emergerebbe dalle investigazioni tutto partirebbe dalla figura di Vittorio Boiocchi, il 69enne capo ultras della curva Nord dell’Inter assassinato il 29 ottobre 2022 sotto casa a Milano e del quale in passato sarebbero emersi rapporti con le cosche calabresi. Nella sua rete di relazioni pericolose spunta – si legge su “Il Fatto Quotidiano” – «una associazione nata per organizzare eventi benefici anche in collaborazione con la comunità Exodus di Don Mazzi, ma che in realtà è solo una facciata legale dove inserire nel consiglio anche due europarlamentari, Carlo Fidanza di FdI e Silvia Sardone della Lega (non indagati) “per darle più credibilità” e così parlare con i vertici dell’Inter, visto che alle società di calcio per legge è vietato interloquire con gli ultras».

Il luogo dell’omicidio di Boiocchi (nel riquadro)

L’associazione si chiama “We are Milano” e «secondo la Digos, almeno fino al marzo scorso, è nella piena disponibilità del direttivo della Curva Nord che – prosegue il servizio de “Il Fatto Quotidiano” – la utilizza, oltre che per tenere rapporti societari anche per organizzare raccolte fondi attraverso l’investimento di denaro di dubbia provenienza e per far ottenere misure alternative ai membri della curva arrestati o condannati. L’associazione – spiega ancora “Il Fatto Quotidiano” – sarebbe però solo uno dei rami che “compongono un’associazione a delinquere all’interno della Curva Nord e che può contare anche sui rapporti con il calabrese Giuseppe Caminiti, parente del narcos della ’ndrangheta Salvatore Papandrea, il quale gestisce i parcheggi vip nella pancia del Meazza». Caminiti – prosegue “Il Fatto Quotidiano” – «risulta essere stato stipendiato dalla società Kiss and Fly interna a un gruppo che ha ottenuto il contratto di gestione da Mi-Stadio, srl da 1 milione di euro di capitale equamente diviso tra Inter e Milan che da oltre 23 anni ha la convezione con il Comune di Milano per gestire tutto ciò che riguarda lo stadio».

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