REGGIO CALABRIA Da che mondo e mondo, e da che politica e politica, le regole le detta la maggioranza, e anche questa legislatura regionale non si sottrae a questa prassi. Non c’è spazio, per l’opposizione di centrosinistra che in Consiglio regionale finora è stato costretta a fare da spettatore alle “partite” del centrodestra, subendone sistematicamente la volontà forgiata da numeri granitici e impietosi. Lo si può vedere anche e soprattutto sul piano della produzione legislativa: finora, tra Pd, soprattutto, Movimento 5 Stelle e DeMa sono state depositate nella segreteria di Palazzo Campanella oltre 40 proposte di legge regionale sulle oltre 260 complessivamente presentate dall’inizio della legislatura. Fino a un anno fa le proposte presentate dal centrosinistra erano più di 20 ma di queste finora nessuna è arrivata alla discussione in Consiglio regionale, figurarsi all’approvazione finale. Spesso – andando a memoria – non vengono calendarizzate neppure nelle commissioni per l’esame preliminare… Eccezion fatta per qualche provvedimento che ha visto come primo firmatario un esponente della minoranza ma che è stato sottoscritto anche da componenti della maggioranza, l’impressione è che le proposte di legge di produzione del centrosinistra restino nascoste e quasi “sepolte” nei cassetti della segreteria dell’Assemblea.
E dire che non mancano proposte di legge di un certo significato, tra quelle concepite dai banchi dell’opposizione. Bisogna notare che a essere particolarmente prolifico è soprattutto il gruppo del Pd, al quale vanno ascritte alcune proposte di legge dall’ampio respiro, e su temi anche abbastanza dirimenti: nei giorni scorsi si è accennato, sul Corriere della Calabria, alla proposta di legge regionale dei dem sul “fine vita”, risalente al giugno del 2022 ma mai discussa, ma i dem hanno presentato anche testi in tema di Consorzi di bonifica e di cambiamenti climatici. Tutti testi che attendono ancora di passare persino in commissione: nel caso dei Consorzi di bonifica tra l’altro è stato “bypassato” anche l’esame abbinato che ci si sarebbe attesi con la riforma presentata -e poi approvata – dalla maggioranza. La stessa dinamica si è registrata anche per le proposte di legge presentate dal Movimento 5 Stelle, tra il capogruppo Davide Tavernise e il consigliere regionale Francesco Afflitto, e dal gruppo DeMa. C’è qualche eccezione, che ovviamente conferma la regola: a esempio, due proposte di legge in tema di legge elettorale – una a firma congiunta di Antonio Lo Schiavo, oggi capogruppo del Misto,e Raffaele Mammoliti del Pd sull’introduzione del voto disgiunto e una a firma di Mammoliti sulla reintroduzione dei cinque collegi elettorali provinciali – hanno fatto una fugace comparsa in prima Commissione Affari istituzionali ma sono stati di fatto subito accantonati dalla maggioranza con una formula di comodo – l’insediamento di un tavolo di lavoro – che è stato un modo elegante di cassarli. Né – com’era praticamente scontato – ha avuto vita lunga una proposta di legge dello stesso Mammoliti – risalente a fine giugno 2022 – che punta a una riduzione del 50% dell’indennità per l’esercizio di mandato del consigliere regionale: figurarsi se una proposta del genere poteva approdare in una qualche commissione… Certo, da che mondo e mondo e da che politica è politica le carte le dà la maggioranza e non c’è di che scandalizzarsi. Ma è possibile che nessuna tra le 40 proposte di legge presentate dall’opposizione davvero meriti un minimo di attenzione? (a. cant.)
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