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«Ripensare la funzione dell’Anpi»

«Nella settimana passata Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Anpi, ha presentato in Calabria il suo libro, “Antifascismo adesso”.I vari incontri hanno coinciso con l’avvio della discu…

Pubblicato il: 22/01/2024 – 8:52
di Bruno Gemelli
«Ripensare la funzione dell’Anpi»

«Nella settimana passata Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Anpi, ha presentato in Calabria il suo libro, “Antifascismo adesso”.
I vari incontri hanno coinciso con l’avvio della discussione al Senato della Repubblica del disegno di legge sull’autonomia differenziata presentato da Calderoli. Sicché quest’argomento ha finito per intrecciarsi nella discussione generale come segmento pericoloso per l’attentato alla Costituzione.
Personalmente, sino a qualche anno fa, pensavo, sbagliando, che l’Anpi fosse un’organizzazione superata, stanca, poco attrattiva. Ero in errore. L’Anpi ha, tutt’ora, una funzione importantissima nella difesa della Costituzione repubblicana e antifascista.
Perché avevo questa generica e immotivata per certi aspetti perplessità? Perché l’Anpi, come appare configurata oggi, poteva sembrare largamente albergata da una parte settoriale, ancorché minoritaria dello schieramento politico. Ovvero, con una spina nel fianco costituita prevalentemente da quella parte che si richiama al comunismo e alla sinistra radicale. Una percezione guardata con sospetto da larghi settori della società civile autenticamente democratica.
Per una rivitalizzazione dell’associazione, per un suo rilancio occorrerebbe, a mio modesto parere, tornare allo spirito del Cln (Comitato di liberazione nazionale), riunendo tutto il pensiero antifascista, senza nostalgie e revanscismi.
Ricordo a me stesso qual era. In Italia il Cln nacque spontaneamente dopo l’8 settembre 1943 per l’esigenza della lotta antitedesca e antifascista; l’organismo centrale si formò a Roma a opera di sei partiti (azionista, comunista, democratico cristiano, demolaburista, liberale, socialista) e fu presieduto da Ivanoe Bonomi.
Le principali formazioni partigiane che componevano il Corpo Volontari della Libertà, nato su iniziativa del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), quindi espressione dei partiti antifascisti, sono state:
A) Le Brigate Garibaldi, i Gruppi di Azione Patriottiche/partigiane e le Squadre d’Azione Patriottiche, organizzati dal Partito Comunista Italiano.
B) Le formazioni di Giustizia e Libertà, coordinate dal Partito d’Azione.
C) Le formazioni Giacomo Matteotti, del Partito Socialista di Unità Proletaria.
D) Le Brigate Fiamme Verdi, che nacquero come formazioni autonome per iniziativa di alcuni ufficiali degli alpini, e si legarono poi alla Democrazia cristiana, come le Brigate del popolo.
E) Le Brigate Osoppo, autonome e legate alla Democrazia Cristiana e al Partito d’Azione.
F) Le formazioni azzurre, autonome ma politicamente monarchiche e badogliane.
G) Le piccole formazioni legate ai liberali e ai monarchici, come la Franchi di Edgardo Sogno, o quelle trotskiste, come Bandiera Rossa, e anarchiche, come le Bruzzi-Malatesta.
H) La Brigata Ebraica.
Ricordo ancora che, durante il durissimo inverno del 1944-45, il Corpo Volontari della Libertà e il Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia trasformano le brigate partigiane in unità militari regolari, così da favorirne il riconoscimento a parte integrante delle Forze armate nazionali da parte del governo italiano e degli alleati. Ora i figli, i nipoti e i pronipoti di quella stagione stanno tutti col centrodestra, tolleranti e distratti. Conosco le obiezioni. Il lungo tempo che è passato (sono trascorsi 80 anni), le carte che nel frattempo si sono mischiate, l’ingresso nel consesso civile di forme di populismo e sovranismo, i nuovi equilibri geopolitici mondiali. La destra che s’ingrossa di quotidiani travasi e di nuovi corporativismi. E altro ancora, non escluso gli errori, talvolta grossolani e pacchiani, della sinistra, come quello di aver introdotto la modifica del titolo V della Costituzione. Un boomerang, alla lunga. Insomma, è cambiato il mondo. Come si può pretendere di ripetere la storia? Anche se Benedetto Croce diceva che la storia è sempre contemporanea. È vero. Difficile se non impossibile.
Ma, da qui a restare inermi ne corre. L’Anpi dovrebbe, nei limiti del possibile, tentare di recuperare lo spirito del Cln. Troverà rifiuti e porte chiuse, ostilità di vario genere. Ma dovrà sforzarsi di spezzare, al proprio interno, posizioni di rendite, radicalismi, estremizzazioni. Il neo fascismo moderno si combatte anche con pillole di nuovo laicismo.
E pazienza se il progetto dovesse fallire. Ma almeno s’è provato a cambiare registro.
Nel frattempo Pagliarulo ha il suo bel da fare per rintuzzare il Calendario dell’Esercito 2024, pare voluto dal sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti (figlia di Pino Rauti, ergo…) e avallato dal ministro Crosetto, in cui titola “Per l’Italia sempre… prima e dopo l’8 settembre 1943”.
La nuova frontiera sarebbe: siamo tutti uguali».

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