REGGIO CALABRIA La storia, l’impegno nella magistratura nella Sicilia degli anni Ottanta, la Fede, l’agguato mafioso nel 1990 e la beatificazione nel 2021. La vita del giudice Rosario Livatino al centro della mostra Sub Tutela Dei, espressione che sovente utilizzava raccontando sulle pagine della sua agenda le sue giornate. Espressione nella quale si condensa la profondità della fede dell’uomo e, quindi, anche del magistrato. Su impulso del Centro Servizi per il Volontariato dei Due Mari reggino, la mostra dal titolo “Sub Tutela Dei. Il Giudice Rosario Livatino”, adesso è arrivata anche a Reggio Calabria, dopo le tappe a Polistena e a Melito Porto Salvo. Scandita da pannelli con foto, documenti e ricostruzioni storiche della vita e della carriera del giudice agrigentino, l’esposizione è curata da Libera Associazione Forense, Centro Studi Rosario Livatino, Centro Culturale Il Sentiero di Palermo e promossa da Meeting Mostre.
L’inaugurazione ha avuto luogo nella sala Boccioni di palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria, dove resterà visitabile da scuole e pubblico con ingresso libero fino a martedì 30 gennaio (da lunedì a venerdì ore 9:00/18:30 e sabato ore 9.30/12.30). Il taglio del nastro è stato preceduto da alcuni interventi alla presenza di Giuseppe Bognoni, presidente del Csv dei Due Mari, Giuseppe Falcomatà, sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, vicesindaco Metropolitano, don Francesco Megale, vicario episcopale per il Laicato, Famiglia, Lavoro dell’arcidiocesi Reggio Calabria-Bova, Mariagrazia Arena, presidente del Tribunale di Reggio Calabria.
«Il centro servizi al Volontariato è chiamato ad alimentare legami di fiducia sul territorio e dentro la comunità. La figura di Rosario Livatino, che ancora oggi insegna moltissimo – spiega Giuseppe Bognoni, presidente del Csv dei Due Mari di Reggio Calabria – ci consente di proseguire la nostra attività di semina nel segno di valori come il lavoro inteso quale contributo al bene comune, il dovere come dimensione concreta di pratica civile, la legalità, la giustizia, la libertà, la fede. Una storia piena di valori in cui potenti sono anche il gesto Pietro Nava, testimone oculare dell’agguato che subito racconta, e le richieste di perdono di uno dei mandanti Salvatore Calafato e di uno degli esecutori dell’omicidio, Domenico Pace. I giovani sono al centro dell’azione di sensibilizzazione attuata con questa mostra. Come noi e con noi, hanno accolto con entusiasmo questa iniziativa divenendone protagonisti come visitatori e come guide volontarie formate proprio dal Csv». Così conclude Giuseppe Bognoni, presidente del Csv dei Due Mari di Reggio Calabria.
Tra le guide anche Roberto Romolo, 25 anni, volontario del centro di solidarietà Marvelli e aspirante giurista. «È un’esperienza molto intensa anche per la mia formazione. Sto facendo il tirocinio legale in tribunale e approfondire la storia di Rosario Livatino mi ha arricchito molto dal punto vista umano. Ho percepito l’intensità del dramma interiore che, pure nell’applicazione della legge, investe il giudice». Sono 15 i volontari, provenienti da Accademia Kronos, Caritas diocesana Reggio-Bova, Centro di Solidarietà Marvelli, Cereso – Centro Reggino di Solidarietà, Club Unesco Re Italo e Moci – Movimento di Cooperazione Internazionale, impegnati a Reggio Calabria come guide. Le visite guidate gratuite, della durata di circa mezz’ora, possono essere prenotate tramite e-mail scrivendo a promozione@csvrc. it oppure telefonando al Csv reggino al numero +39 0965 324734.
«La Città Metropolitana resta vicina al Csv e al mondo del volontariato, prezioso motore di crescita nella nostra comunità. In particolare ospitare questa iniziativa ci inorgoglisce. La storia del giudice Rosario Livatino, così esile nel corpo ma così forte nella tempra, incarna la grande umanità e la grande forza di spirito necessarie per praticare la legalità». Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. «Spesso notiamo un’incoerenza tra la fede e la vita. Ecco, Rosario Livatino testimonia, invece, la piena coerenza. Lui è stato un testimone credente e credibile per avere praticato i valori della fede nella sua azione di magistrato. L’uomo per lui è sempre stato al centro. Ciò lo ha reso nella vita una persona costantemente orientata al Signore». Così don Francesco Megale, vicario episcopale per il Laicato, Famiglia, Lavoro dell’arcidiocesi Reggio Calabria-Bova. «Egli ha sempre affermato che attraverso l’esercizio della giurisdizione si sostanziava un suo rapporto indiretto con Dio, quindi attraverso l’amore, la cura e l’attenzione verso la persona giudicata. Insomma Livatino incarnava la consapevolezza che non potesse esistere giustizia senza misericordia. Tuttavia ad ognuno il suo. Ma nel giudizio dell’azione vi sia sempre l’attenzione alla finalità di recupero e rieducazione del soggetto che ha violato il patto sociale. Questo ancora oggi impariamo da Rosario Livatino». Così Mariagrazia Arena, presidente del Tribunale di Reggio Calabria.
Non solo la mostra ma anche gli eventi collaterali in programma per venerdì 26 gennaio, sempre a palazzo Alvaro ma nella sala conferenza Perri. Si inizierà alle 16:30 con un seminario sui Beni confiscati condotto da Deborah D’Aguì dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. A seguire, alle ore 17:30, l’incontro “Fede e Giustizia in Rosario Livatino. Una unità inscindibile” con Roberta Masotto, avvocata, curatrice della mostra e componente del direttivo nazionale Laf, e Antonino Foti, giudice del tribunale Reggio Calabria. Modererà l’incontro Roberto Romolo, del Centro di Solidarietà Marvelli Odv.
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