LAMEZIA TERME «L’angoscia dell’attesa è stata alta, seppur tra le rassicurazioni tecniche dei miei legali che mi dicevano di non preoccuparmi ma fino a che non ho avuto la certezza, sono rimasto un po’ col fiato sospeso». Così ai microfoni del Corriere della Calabria Vincenzo Chindamo spiega il vortice di emozioni che ha travolto lui e la sua famiglia nelle ultime ore. Complice, ovviamente, la notizia del rinvio a giudizio di Salvatore Ascone “U Pinnularu”, il classe ’66 considerato dalla Dda di Catanzaro il killer di Maria Chindamo, l’imprenditrice di Laureana di Borrello scomparsa il 6 maggio del 2016.
«Questo – ci spiega il fratello di Maria – è il risultato di uno Stato che ha cambiato marcia nel suo aggredire i fenomeni criminali ed è il risultato anche di un insieme di cittadini e associazioni che stanno chiedendo incessantemente ai cittadini stessi e alle istituzioni un cambiamento ormai necessario senza remore». Ascone dovrà comparire davanti ai giudici della Corte d’Assise di Catanzaro. Per Vincenzo Chindamo «è solo un passo, ci sarà il processo, e verranno giudicati quelli che sono stati ritenuti e accusati di essere i colpevoli di questo reato verso Maria e verso tutti noi. Un reato di terrore, di mancanza di libertà. È voler mettere a tacere una parte di territorio, soprattutto una parte di donne. Quando si parla di Maria e si parla del percorso di libertà di Maria, si accende sempre più la volontà nelle donne e negli uomini della Calabria di continuare a camminare verso la libertà a un passo più veloce. Questo è un risultato, questa è già una sentenza, questa è una cosa molto bella».
Vincenzo Chindamo, poi, sottolinea il lavoro svolto in questi quasi 8 anni dalla stampa. «Voi giornalisti, tranne rarissimi casi che non voglio nemmeno citare, state facendo e avete fatto un lavoro straordinario, amplificando e portando a tutti l’entusiasmo di interessarsi a questi cambiamenti e a indurli a partecipare. Questo lo riconoscono in pochi». «Già l’aver fissato una data che non è nemmeno lontana per i tempi giudiziari che sappiamo ci dà un segnale forte, quello di chi ha lavorato nel silenzio, ma con attenzione, con perseveranza e credendoci veramente. Noi ci fidiamo di loro, non ci fidiamo di quelli che vogliono distruggere il lavoro dello Stato, che vogliono banalizzare l’impegno delle indagini, dei processi, e il risvolto che possono avere su una riqualificazione di questo tessuto sociale».
Un pensiero non può che andare poi a Pina De Francia, la mamma di Vincenzo e Maria Chindamo, scomparsa il 24 dicembre del 2022 a Vibo Valentia. Segnata dalla tragedia, la signora Pina per anni aveva portato avanti in prima persona la battaglia per la verità. «Anche nella sua memoria cammina e vive quella libertà iniziata da Maria», chiosa Vincenzo. (Gi. Cu.)
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