CATANZARO La Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per Alfredo Valentino (cl. ’61), Alfredo Valentino (cl. ’74) e Giovanni Valentino (cl. ’61). Tutto ruota attorno al “Lido Ionio” di Giovino, località della Marina di Catanzaro e a Matilde Talotta, titolare della struttura e il marito Nello Grampone. Dal 2016 ovvero da quando hanno preso in affitto la struttura per loro è iniziato un vero incubo.
Così come ricostruito nelle indagini, infatti, Giovanni Valentino, attraverso reiterate minacce, insieme ad Alfredo Valentino (cl. ’61) e Alfredo Valentino (cl. ’74), avrebbe fatto di tutto per ottenere il rilascio anticipato dei locali, pur non avendone diritto vista la scadenza del contratto fissata a dicembre 2020. A carico di Giovanni Valentino, inoltre, anche le presunte minacce di morte rivolte nei confronti della coppia. Secondo l’accusa avrebbe controllato i loro movimenti, insultati e aggrediti fisicamente. L’obiettivo di Giovanni Valentino era a tutti gli effetti quello di riprendersi la struttura, pretendendo il pagamento di 25mila euro da aggiungere al canone di locazione «con la legge o senza la legge». Così come ricostruito, inoltre, Alfredo Valentino (cl. ’74), nipote di Giovanni, si sarebbe recato da Grampone riferendogli un ultimatum rivolto dallo zio, minacciandolo che, se non avesse lasciato i locali, gli avrebbero fatto visita dei malviventi.
Sullo sfondo di queste reiterate minacce rivolte dai tre alla coppia, tre incendi dolosi tra i quali uno avvenuto anche prima che la signora Talotta e il marito ne acquisissero il ramo d’azienda, nel 2016, ceduto da Giovanni Valentino. Il primo incendio risale, infatti, al 7 gennaio 2011; il secondo incendio si verifica il 19 luglio 2017 mentre il terzo si verifica il 6 gennaio 2018. Anche in questa occasione, poco tempo prima dell’episodio incendiario, era stato notificato a Valentino e a Talotta l’inizio dell’avvio del procedimento di decadenza della concessione demaniale marittima che il titolare Giovanni Valentino aveva ottenuta nel 2001. Per questo ultimo episodio è stato condannato a un anno e 4 mesi in primo grado, considerato esecutore materiale dell’incendio, Antonio Talotta, fratello di Matilde la quale si era costituita parte civile, nel processo con rito abbreviato, insieme a Giovanni Valentino. In questi anni, inoltre, altri “messaggi” sono stati recapitati ai Talotta-Grampone, ai quali è stato riconosciuto lo status di “vittime di racket”. Prima dell’apertura della struttura, infatti, hanno subito il taglio della cisterna d’acqua, da 10mila litri, dello stabilimento e il gestore è stato avvicinato da un soggetto che gli ha rivolto frasi sibilline ma il cui tenore, racconta Grampone, era inequivocabile: «Te ne devi andare». Tutto è stato puntualmente segnalato agli agenti della Squadra Mobile e all’autorità giudiziaria. Camera di consiglio fissata per il prossimo 20 febbraio 2024. (g.curcio@corrierecal.it)
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