In Italia, nonostante vi siano casi virtuosi, le scuole continuano ad essere in ritardo cronico su riqualificazione edilizia e servizi scolastici. Persistono i divari tra le diverse aree del Paese, costanti negli anni, e a pesare è anche una transizione ecologica che, in questo settore, è troppo lenta e timida. Gli stessi fondi del Pnrr stanno incidendo poco, con più del 40% degli interventi bloccati nella fase iniziale di progetto.
A scattare questa fotografia di sintesi, in occasione della giornata internazionale dell’educazione, è il XXIII report “Ecosistema Scuola” di Legambiente i cui dati, relativi al 2022, parlano chiaro: i ritardi maggiori si registrano ancora volta nel Mezzogiorno, ma preoccupa anche la situazione del centro Italia colpito dal sisma del 2016 dove l’obiettivo messa in sicurezza delle scuole è ancora lontano.
Gli edifici scolastici del Sud, insieme a quelli delle Isole e del Centro, hanno mediamente necessità di interventi urgenti per una scuola su due, a fronte delle scuole del Nord che ne necessitano solo nel 21,2% dei casi. In Sicilia e Calabria ben una scuola su tre ha necessità di interventi urgenti di manutenzione; inoltre, nelle città capoluogo, negli ultimi 5 anni non è stato costruito nessun nuovo edificio scolastico.
Così come l’attivazione del tempo pieno, mediamente presente nel 33,2% delle classi del Centro-Nord e nella più modesta media del 20% nel Sud e nelle Isole.
Preoccupante è lo stato di avanzamento dei progetti riguardanti i piani del PNRR: asili nido, messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica, estensione del tempo pieno – mense, infrastrutture per lo sport, costruzione di nuove scuole, nell’iter che va dal progetto, alla gara e all’aggiudicazione: in Calabria su 539 progetti per una media di oltre 1 milione e trecentomila euro a progetto sono stati aggiudicati solo per il 28,8%. L’unica priorità del Governo in queste due regioni è il Ponte sullo Stretto di Messina a discapito dello stato di salute delle scuole e della mobilità sostenibile, due priorità sui cui sarebbe urgente lavorare. Non va dimenticato poi che in Sicilia e Calabria – dove tutti i capoluoghi di provincia, con la sola eccezione di Caltanissetta, sono in area sismica 1 e 2 – mediamente, nel 65% dei casi non è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica. Sul fronte messa in sicurezza, altro osservato speciale è il Centro Italia colpito dal sisma 2016 dove negli ultimi 5 anni, denuncia Legambiente, gli edifici in cui sono stati realizzati interventi di adeguamento sismico sono solo il 3,4%.
Gli edifici scolastici costruiti secondo i criteri della bioedilizia sono, a livello nazionale, soltanto l’1,3% di cui nessuno in Calabria così come non risultano essere state edificate scuole nuove negli ultimi 5 anni.
Altra nota dolente, riguarda i servizi scolastici che, nonostante rappresentino una parte importante per la crescita, la socialità e l’inclusione tra i ragazzi sono poco garantiti nelle scuole del Sud della Penisola. Il tempo pieno è praticato mediamentesolo nel 20% delle scuole del Sud e delle Isole, contro una media del 35% delle classi del Centro Nord. Grandi assenti anche le palestre e gli impianti sportivi: nel Sud Italia una scuola su due non ha palestre o impianti sportivi e dove gli impianti sono funzionanti, quelli che sono aperti oltre l’orario scolastico sono a poco più del 40% nelle città del Sud e del 33% nelle Isole, contro l’oltre60% nei capoluoghi di provincia del Centro-Nord. A fronte di ciò, se le risorse stanziate con il PNRR, dovrebbero rappresentare in generale un’importante opportunità per rinnovare in tutta la Penisola la qualità degli edifici e dei servizi scolastici attraverso nuove scuole e più servizi tra cui tempo pieno, palestre, mense e asili nido, ad oggi fatica la messa a terra degli stanziamenti previsti con più del 40% degli interventi bloccati nella fase iniziale di progetto.
Il report Ecosistema Scuola restituisce la fotografia sullo stato di salute di 6.343 edifici scolastici, di competenza di 93 comuni capoluogo di provincia (sui 110 esistenti, pari quindi all’85%), frequentati da oltre 1,2 milioni di studenti. In Calabria risultano 153 edifici scolastici con una popolazione scolastica di 24.328 studenti. Di fronte alla fotografia che emerge, Legambiente indirizza oggi al Governo Meloni e al Ministro dell’Istruzione le sue proposte chiedendo, in primis, di dare priorità nell’indirizzo dei fondi, compreso il PNRR, alla messa in sicurezza e adeguamento sismico delle scuole in area sismica 1 e 2 e all’efficientamento energetico degli edifici raggiungendo una diminuzione dei consumi almeno del 50%; di istituire una struttura di governance per la facilitazione all’accesso e alla gestione dei fondi per l’edilizia scolastica da parte degli Enti Locali e di rendere di facile consultazione i dati dell’anagrafe scolastica e dello stato di avanzamento dei fondi e interventi per l’edilizia scolastica.
«La transizione ecologica – dichiara Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola di Legambiente – passa anche per l’edilizia scolastica e i relativi servizi, ma oggi questo percorso è fin troppo timido e fatica a decollare come raccontano i dati del nostro Rapporto Ecosistema Scuola. Occorre accelerare il passo per evitare che la scuola rimanga indietro e che aumentino ancor di più le disuguaglianze. Le risorse del PNRR rappresentano un’opportunità importante e preziosa che non deve essere assolutamente sprecata. Quello che ci auguriamo è che l’infrastruttura scolastica e tutto ciò che attiene all’istruzione venga considerato asse strategico per la crescita del Paese, con un costante e ampio investimento in una programmazione che assicuri la capacità di intervento ordinario e straordinario. Non dimenticando, in un Paese in cui persistono molti divari, che l’autonomia differenziata non è la risposta ad una tale esigenza di perequazione”.
«Dal report Ecosistema Scuola, emerge ancora una volta – affermano Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria e Stefania Rotella, responsabile settore Scuola di Legambiente Calabria – l’esistenza di un insostenibile gap tra il Nord ed il Sud che sarà difficile colmare nella situazione attuale. In particolare i fondi nazionali destinati all’edilizia scolastica risultano essere fortemente penalizzanti per la Calabria. Si sta, inoltre, verificando un ingente spostamento di risorse, come sta accadendo per il fondo perequativo per superare i gap infrastrutturali del Sud, con 1,1 miliardi sottratti al comparto istruzione e dirottati sul ponte sullo stretto di Messina. Appare evidente l’esigenza, concludono Parretta e Rotella, di agire sulle vere priorità di Calabria e Sicilia, considerando la primaria importanza del sistema Scuola, sia in termini di adeguamento delle infrastrutture a partire dalla basilare verifica di vulnerabilità sismica sino all’efficientamento energetico, all’ incremento di servizi quali ad esempio, impianti per lo sport, mobilità sostenibile, mense biologiche».
Scuole nuove e innovative, un miraggio: ammonta a 6 milioni di euro l’entità di fondi necessari a singola scuola mediamente. Investimenti che occorre programmare in un medio lungo periodo e che difficilmente si possono trovare nei bilanci ordinari dei Comuni, se non accedendo a fondi nazionali. Nonostante lo stanziamento delle risorse, nella Penisola la realizzazione di nuove scuole è un miraggio: negli ultimi 5 anni è stato dello 0,6%.
Ammontano a 519 milioni di euro i fondi stanziati dal PNRR per 767 nuove realizzazioni o ampliamenti/potenziamenti di spazi mensa.Sembrano aver fatto richiesta di questo tipo di finanziamenti in maniera importante le regioni del Sud e delle Isole, che attualmente non superano una media di classi a tempo pieno nel 20% dei casi.Un incremento che dovrebbe muovere il basso dato di edifici con mensa scolastica che mediamente al Nord è presente in 3 scuole su 4 mentre nelle Isole, nemmeno nella metà degli edifici.
L’investimento complessivo del PNRR per la costruzione o la ristrutturazione di edifici nuovi o adattati, adibiti a palestre o impianti sportivi è di circa 350 milioni per 445 progetti, di cui più della metà nelle regioni del Sud e delle Isole che in parte dovrà colmare divari infrastrutturali anche se in realtà sono presenti carenze un po’ in tutta la penisola, con 1 scuola su 2 che non ha la palestra e che vede in un impianto su tre la necessità di manutenzione urgente (al Sud diviene quasi uno su due). «Dove esistono problemi più acuti di povertà educativa e di carenze di servizi – dichiara Elena Ferrario, presidente di Legambiente scuola e formazione -la scuola non riesce ad essere quel presidio educativo presente e aperto anche in orario extrascolastico, come sarebbe auspicabile. Non basta dare fondi per le strutture murarie, come sta avvenendo nel PNRR, se su funzioni socialmente strategiche come palestre, mense, asili nido, non si prevedono fondi ulteriori per la loro gestione».
A livello nazionale, nel 2022 gli edifici costruiti secondo i principi di bioedilizia rimangono relegati al 1,3% del totale. L’efficientamento energetico, pur affrontato da alcune amministrazioni su un numero consistente di edifici di propria pertinenza,riguarda solo il 12,7 % del totale degli edifici scolastici tra quelli realizzati negli ultimi 5 anni, distribuito in modo piuttosto disomogeneo. Questo a fronte di un dato sconfortante rispetto alla pressione del problema energetico: di tutti gli edifici scolastici, solo il 5,4 % si trova in classe A, mentre ben il 73% in classe E, F e G.Nota positiva riguarda invece l’interesse delle amministrazioni (90%) a realizzare comunità energetiche scolastiche. Le scuole in cui è presente un servizio di mobilità collettiva, fattore che potrebbe migliorare molto la congestione delle nostre città, sono ancora solo un 20,8% per gli scuolabus e il 10,7% per le linee scolastiche. Sempre molto bassi e concentrati al Nord i servizi di pedibus (4,1%) e bicibus (0,2%), che pure potrebbero rappresentare una mobilità non solo sostenibile ma anche più salutare e divertente. Sul fronte sicurezza, gli edifici scolastici posti all’interno di isole pedonale sono l’1,9%, in ZTL il 4%, in Zone 30 il 13,6%, in strade scolastiche il 6,9%.
Il Paese, in sintesi, ha bisogno di scuole innovative, più sicure e inclusive come raccontano anche le buone pratiche, come servizi di mense scolastiche a km zero, “Nidi comunali gratuiti per tutti”, attività di scuolabus e pedibus o laboratori di CER (Comunità Energetiche Rinnovabili), riguardanti edifici scolastici.
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